Aziende e cassa integrazione: Uil, quando anche la sopravvivenza è un’impresa

BARI. “Le aziende, che sino ad oggi hanno fatto ricorso alla cassa integrazione, non sono più in grado di continuare lungo il già tortuoso percorso verso la sopravvivenza. Diventano ormai improrogabili interventi che possano invertire il trend negativo e permettere il rientro in azienda della forza lavoro per garantire sana e duratura occupazione”.
E’ l’amara considerazione di Aldo Pugliese, Segretario Generale della UIL di Puglia e di Bari, a margine della pubblicazione dei dati Inps relativi alle ore di cassa integrazione guadagni. Nel mese di novembre 2011, a livello nazionale, sono stati autorizzati, complessivamente, trattamenti per 80.307.110 ore, il che significa una crescita dello 0,08% rispetto al mese precedente. Tra ottobre e novembre, mentre la cassa integrazione guadagni ordinaria è cresciuta del 18,09% e quella straordinaria del 2,25%, quella in deroga ha invece registrato una diminuzione del 15,21%. “Mentre le medie e grandi realtà produttive – rincara la dose Pugliese - continuano a fare grande ricorso agli interventi di cassa integrazione per far fronte alle riduzioni o sospensioni del ciclo produttivo, le piccole realtà, sempre più provate dalla crisi, non riescono a sopravvivere neanche con il ricorso agli ammortizzatori sociali”.
In Puglia, le ore complessivamente autorizzate per cassa integrazione passano da 4.971.632 di ottobre 2011 a 2.353.216 di novembre (-52,67%). Considerando le singole tipologie d’intervento, la flessione maggiore (-78,70%) riguarda la cassa integrazione straordinaria, seguita da quella in deroga (-51,73%) e da quella ordinaria (-41,19%). “Occorre una scossa – conclude il Segretario Generale della UIL regionale – tuttavia le scelte della politica si muovono in direzione diametralmente opposta alle necessità dei lavoratori e agli obiettivi di equità sociale e di crescita. La manovra finanziaria messa a punto dal Governo Monti, invece di mettere in campo una lotta seria all’evasione fiscale, mira a far cassa colpendo i soliti noti, i lavoratori dipendenti ed i pensionati, che ormai hanno difficoltà persino a soddisfare i bisogni fondamentali del vivere quotidiano”.

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