Mafia, politica e colletti bianchi ad Altamura: il maresciallo si difende
BARI. Si e' difeso in tutto per oltre cinque ore, rispondendo alle domande del giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Bari Vito Fanizzi e della pm della Dda Desirée Digeronimo, sostenendo che le presunte violazioni che gli vengono contestate non sarebbero a lui imputabili. Si e' concluso stamane l'interrogatorio del maresciallo dei carabinieri Nicola Logiudice, comandante della stazione dell'Arma di Altamura, attualmente ai domiciliari e difeso dagli avvocati Michele Laforgia e Tommaso Barile. L'interrogatorio di garanzia era cominciato venerdi' scorso ma era stato sospeso dopo due ore. Oggi e' ripreso e si e' concluso dopo altre tre ore.I legali di Logiudice non hanno presentato istanza di scarcerazione o attenuazione della misura cautelare, poiche' vogliono prima leggere il verbale d'interrogatorio. Al maresciallo, accusato di favoreggiamento, viene contestato in sostanza di aver agevolato il boss defunto, Bartolomeo Dambrosio, ucciso a settembre del 2010, non segnalando alla Procura che il sorvegliato speciale non si presentava in caserma per porre la firma a cui era obbligato.
Domani sara' interrogato l'altro carabiniere indagato, Massimo Carotenuto, sospeso dalla funzione. L'inchiesta sui presunti intrecci tra mafia, politica e imprenditoria ad Altamura coinvolge complessivamente 14 persone accusate dalla Procura, a vario titolo, di associazione mafiosa, lesioni personali, violenza privata, estorsione, usura, detenzione e porto d'armi da guerra, simulazione di reato, favoreggiamento personale, frode processuale e omicidio e occultamento del cadavere di Biagio Genco.