Vendola ammonisce il Pd: leali, ma niente svolta a destra


ROMA. Lealtà al Pd, a patto che non si trasformi in un partito liberista. E' il messaggio chiaro e forte che Nichi Vendola, dall'assemblea di Sinistra ecologia e liberta', invia al Partito democratico: "ho sentito dire ad influenti esponenti del Pd che si sarebbe andati verso un partito liberista di massa. Forse potranno fare un partito liberista, non so se di massa", ha spiegato Vendola. "Al Pd e all'Idv diciamo con amicizia e spirito di lealta' che la trama unitaria e' necessaria per rimettere al centro una speranza, una prospettiva. Ma, a fronte di una svolta a destra di una parte della sinistra, io non sentiro' il richiamo della foresta di una sinistra che grida alla luna i suoi canti utopici: noi lavoriamo non al quarto polo, ma al primo polo, per governare perche' siamo piu' ambiziosi".

LIBERALIZZAZIONI: AVREMMO PREFERITO SI PARTISSE DA BANCHE - "Avremmo preferito che nel decreto salva Italia, si fosse partiti dalla patrimoniale. Avremmo preferito che nel decreto sulle liberalizzazioni si fosse partiti dalle banche e dalle assicurazioni". Lo ha detto Nichi Vendola durante la sua relazione all'assemblea di Sel, in corso a Roma. "Nel decreto sulle liberalizzazioni" ha aggiunto "la cosa che piu' ci e' piaciuta, paradossalmente, e' stata quello che non hanno fatto".

TECNOCRAZIA RISCHIA DI GELARE DEMOCRAZIA - "La tecnocrazia rischia di gelare la democrazia. Il sapere finanziario occupa ormai il recinto del vivere democratico" ha aggiunto: "I detentori di questo sapere sembrano voler proporre la malattia come se fosse la medicina, sono tornati in cattedra. Dovrebbero invece sedere al banco degli imputati di un processo politico". Vendola ha infatti ricordato come l'origine della crisi sia proprio finanziaria e "finanziarie sono ancora le risposte che cercano di dare alle nostre domande". Rispetto a questo, il leader di Sel teme il "riemergere di una cultura populista e di una risposta reazionaria alla paura del futuro che ci puo' portare, non all'uscita dal berlusconismo ma ad una destra ancora piu' cattiva: la parola poverta' torna ad essere il cuore pulsante della questione sociale". Punto di partenza dell'analisi di Vendola, e' la cultura della globalizzazione: "Il primo punto e' rompere la diseguaglianza cresciuta in questo trentennio: in 30 anni la globalizzazione ha riorganizzato la struttura della ricchezza rastrellando dai ceti meno benestanti". Un processo che "e' stato presentato come qualcosa di ineludibile, quasi naturale".

L.ELETTORALE: CAMBIARLA MA NON ABBIAMO FIDUCIA IN CAMERE - "Siamo disponibili a discutere della riforma elettorale, ma non abbiamo molta fiducia nella legittimazione di queste Camere", ha detto il leader di Sel.

SCANDALOSO LICENZIARE TESSERATI FIOM - "Se avere una tessera Fiom e' ragione sufficiente per essere licenziato, come accaduto a Pomigliano, ci troviamo davanti ad uno strappo di civilta', uno scandalo di questo nostro Paese", ha sostenuto Vendola. "Non ci si venga a dire - ha proseguito Vendola - da destra che il problema sono i precari e la precarieta'. E che i responsabili di precari e precarieta' sono i garantiti. La medicina e' l'equita', ma non nel senso di rendere precari i garantiti, ma di rendere garantiti i precari". Per Vendola "e' venuto meno lo sturm und drang di Sacconi, ma la sostanza e' sempre quella".

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