“Acqua, dopo le promesse in Puglia restano le tariffe più alte d'Italia”

BARI. “L’Aqp è inadempiente sotto l’aspetto dei servizi e i pugliesi soffrono a causa di investimenti mancati pagando la seconda tariffa più alta d’Italia, dopo la Toscana. A otto mesi dai referendum sull’acqua, è comprensibile l'imbarazzo del presidente Nichi Vendola, in prima linea nella campana referendaria e ora a capo di una Regione in cui il costo dell'acqua ha raggiunto livelli inaccettabili. Pur restando i dubbi sulla formulazione del quesito referendario, siamo convinti che l’acqua sia un bene comune che non può consentire margini remunerativi, soprattutto se a danno anche della fasce più deboli e bisognose. Né la giustificazione della mancata attuazione di questa riduzione della tariffa necessaria per pagare gli oneri finanziari, ovvero il costo del capitale utilizzato per gli investimenti, potrà reggere a lungo.
La Puglia deve fare i conti con depuratori non ancora costruiti, reti inefficienti, perdite idriche e ogni cittadino deve sopportare una spesa media annua di circa 300 euro, malgrado il fiume di finanziamenti della Regione Puglia e le ingenti risorse dei fondi strutturali 2000-2006 dell’Unione Europea. E' arrivato il momento di porre fine a questo scempio e mantenere almeno questa promessa”.
A riferirlo il consigliere regionale e vicecapogruppo PdL, Massimo Cassano.
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