Marmo: la legge sulla “trasparenza” c'è ed è sufficiente. Perché Vendola non la applica?

BARI. “Simpatica l’idea di una legge regionale sulla “Trasparenza”, evidentemente dettata dagli andazzi baresi di cui evidentemente l’unico a non sapere nulla – sempre dopo il Sindaco di Bari - era il nostro distrattissimo governatore.
Peccato che la Regione Puglia sia già dotata di tale legge dal non lontano 2008. La proposta dell’allora gruppo di AN, di cui chi scrive ha l’onore di aver fatto parte, è apparsa sin da quei tempo talmente scomoda da costringere i governi regionali in carica ad evitare accuratamente di applicarla, a partire dai concorsi svoltisi successivamente, in relazione ai quali l’assessore al ramo pro-tempore candidamente ci disse di non avere ancora approntato i regolamenti attuativi.
Prima di metter mano ad una nuova normativa, utile soltanto ad una sempre più spudorata ed ipocrita campagna auto-propagandistica del Governatore e dintorni, sarebbe pertanto il caso di verificare come mai una legge vigente è stata completamente ignorata.
La ragione è semplice: non sarebbe stato possibile controllare le miriadi di “avvisi pubblici” ed assunzioni varie “ad personas”, di consulenze ed incarichi, che continuano a rappresentare la principale, se non esclusiva, attività del regime, a partire dagli assessorati per passare a quei feudi che sono le agenzie regionali, appositamente istituite, moltiplicate e militarmente occupate dai “fabbricatori”.
Per il momento ci fermiamo qui, sia perché abbiamo puntualmente denunciato tutto senza mai ricevere risposte, sia perché sparare oggi sui sistemi di potere della sinistra pugliese è fin troppo comodo, tanto vasto e facile è il bersaglio. Ma nessuno s’illuda che abbiamo dimenticato qualcosa”.
A riferirlo in una nota il consigliere regionale del PDL Nino Marmo, Vice-Presidente del Consiglio Regionale.
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