Bocciata la norma salva banche in materia di anatocismo: si riapre la strada per le richieste di rimborso dei consumatori

BARI. L’associazione UniCons plaude alla sentenza della Corte Costituzionale emessa ieri, che accogliendo le ordinanze di nove tribunali, ha bocciato la norma, inserita nel decreto milleproroghe di fine 2011, che restringeva a 10 anni dal momento dell’addebito degli interessi anatocistici la possibilità di contestarli e richiederne la restituzione. Essendo la pratica dell’anatocismo (cioè la contabilizzazione di interessi degli interessi passivi) vietata dal 2000, in questo modo veniva negata ogni possibilità di richiesta anche nel caso il conto corrente fosse stato chiuso successivamente. La Corte ha affermato che tale norma contrasta con l’art. 3 della Costituzione, in quanto «facendo retroagire la disciplina in esso prevista, non rispetta i principi generali di eguaglianza e ragionevolezza». Inoltre, «non è dato ravvisare quali sarebbero i motivi imperativi di interesse generale, idonei a giustificare l’effetto retroattivo» della norma.

“E’ una sentenza molto importante”, dichiara l’Avv. Francesco Saverio Del Buono, responsabile dell’ufficio legale UniCons, “in quanto con l’abrogazione di questa norma i consumatori potranno richiedere la restituzione degli interessi anatocistici nei dieci anni successivi alla chiusura del conto corrente, anche se l’addebito si riferisce a periodi precedenti. La nostra associazione, alla luce di questa sentenza, è pronta a tutelare tutti gli utenti bancari vittime di questa appropriazione indebita; coloro che sono interessati e vogliono intraprendere le procedure per la restituzione di quanto dovute, possono contattare la nostra associazione al numero di telefono 348 0086073 o all’indirizzo email: risparmiotradito-unicons@hotmail.it.

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