Confermata condanna dirigente ex Fibronit. Emiliano: sentenza non lenisce dolore famiglie

L'ingresso dell'ex Fibronit
di Redazione. Giustizia è fatta. La Corte di Cassazione ha confermato la sentenza emessa dalla Corte di Appello di Bari per l'ex dirigente della fabbrica Fibronit del capoluogo pugliese, l'87enne Dino Stringa di Ozzano Monferrato (in provincia di Alessandria). L'uomo e' stato condannato a 5 mesi e 15 giorni di reclusione per l'omicidio colposo di un ex operaio morto nel febbraio del 2006, Francesco Maggio. In precedenza la Suprema Corte aveva annullato piu' volte con rinvio la sentenza perche' non si era dimostrata la responsabilita' personale. Questa volta l'ha confermata rigettando il ricorso dell'unico imputato. I giudici romani hanno condiviso la tesi accusatoria della Procura di Bari. Sono state le fibre di amianto rilasciate nell'aria per decenni dalla Fibronit a provocare i tumori (mesotelioma pleurico) che hanno portato al decesso di almeno 13 operai e anche di alcuni residenti del rione Japigia.
A riguardo della sentenza odierna della Corte di Cassazione, il sindaco di Bari Michele Emiliano ha dichiarato: “L’esito finale del processo intentato dalla Procura della Repubblica di Bari nei confronti dei responsabili dei decessi di operai e cittadini, provocati dall’attività della fabbrica Fibronit, non lenisce certo il dolore per questa strage infinita di innocenti che la città di Bari ha dovuto subire e subisce tuttora, ma indiscutibilmente ci consente ora di fondare ogni nostra futura prospettiva sulla verità processuale che attesta la perpetrazione di tale gravissimo delitto. Il ringraziamento della città va agli Uffici Giudiziari che hanno, con tanta determinazione e pazienza, ricostruito il complesso ordito probatorio che ha retto il vaglio della Corte di Cassazione, confermando il ruolo insostituibile di questi uffici nella crescita civile della nostra comunità”.