Ignazio Zullo: all'ipocrisia della sinistra non c'è mai fine
BARI. E' bastato dell'ottimo pesce a declassare Emiliano da padreterno a - come egli stesso si è definito -"fessacchiotto" e ad indurre la nostra Giunta regionale con il massimo interprete dell'ipocrisia Niki Vendola ad adottare una delibera davvero singolare con la quale si decreta che gli amministratori regionali non possono ricevere regali o cortesie superiori ai duecento euro.
Seguono a ruota i cari e stimati nonché autorevoli colleghi del Pd Blasi e Decaro, rispettivamente segretario regionale e capogruppo in Consiglio regionale del PD, che presentano una proposta di legge sul conflitto di interesse tra politica ed imprenditoria ed ancora incalza la sinistra intera con le quote da riservare alle donne nelle liste elettorali regionali.
Tutto bello, anzi, bellissimo, ma tutto tremendamente demagogico. Procediamo per ordine!
I regali da 200 euro? Chi determina se un cesto di spigole, astici e cozze pelose vale 199 o 201 euro?
Bello il conflitto di interessi ma che lo sollevino coloro che hanno predisposto ed implementato le liste elettorali del PD alla Regione è il massimo, forse avranno fatto un viaggio a Damasco e ne sono rimasti folgorati sulla via.
Le donne, ne vorrebbero in lista il 50% ma nessuno dice che l'attuale legge elettorale ne permette in lista il 67%. Perché Vendola, che ha compilato le liste di SEL e Puglia per Vendola, o il PD o l'IDV non hanno inserito nelle liste per i due terzi donne ed per un terzo uomini. Non è possibile che non sapessero che l'attuale legge elettorale regionale all'art. 3, co. 3, prescrive: "In ogni gruppo di liste nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore ai due terzi dei candidati". Ed ancora, perché Vendola non ha fatto candidare le attuali rappresentanti del sesso femminile che ha dovuto nominare da esterne in giunta ai fini della parità di genere? La collettività avrebbe risparmiato tanto.
Il vero problema non è nei regali, nell'imprenditore direttamente coinvolto in politica o nel 50%. L'esperienza ci porta a considerare che i regali, solitamente, non si lasciano in Regione, ma al domicilio privato del destinatario e dunque tutto è rimesso alla sua onestà e valutazione personale così come ci sono esempi di imprenditori sani che danno tanto alla collettività così come c'è già una legge vigente che tutela molto più del 50% il numero di donne da candidare.
Blasi e Decaro leggano le Fabbriche di Niki di Onofrio Romano e si convincano: il vero conflitto d'interesse è in chi eletto dal popolo come Sindaco o Presidente di Giunta regionale o provinciale e dal giorno successivo all'elezione utilizza l'Ente a fini di personale carrierismo politico avvicinandosi al potere economico dell'imprenditoria per ingrossare ed estendere movimenti elettoralistici personali.
Il vero problema in Puglia è il carrierismo politico che trasforma brave persone e politici onesti in padreterni tanto da imprimere in simboli e liste personali il proprio nome e la propria immagine da incorniciare in consensi tali da strabiliare per poter candidarsi alla carica istituzionale di livello superiore.
In Puglia non si è governato in funzione degli interessi della collettività ma in funzione dell'io narcisistico di chi aspirava alla carica di Presidente del Consiglio dei Ministri e di chi ambiva alla carica di Presidente della Giunta regionale incuranti del mandato elettorale e della realizzazione del programma di governo presentato agli elettori all'interno di un sistema elettorale che ha voluto l'elezione diretta dei Sindaci e dei Presidenti di Giunta regionale e Provinciale per dare stabilità di Governo agli Enti e non per immetterli in permanenti campagne elettorali e in elezioni straordinarie per anticipato scioglimento dei Consigli con aggravio della spesa pubblica.
Serve in Italia una legge che preveda l’incandidabilità ai livelli Istituzionali superiori dei Sindaci e dei presidenti di Giunta regionale e provinciale. È lì il vero conflitto tra interesse del popolo ad essere governato da colui che ha democraticamente eletto ed interesse privato dei vari Vendola, Emiliano ed altri che, lungi dall'onorare il mandato ricevuto, hanno pensato il primo ad essere Presidente del Consiglio dei Ministri e l'altro, in buona compagnia, ad essere Presidente di Regione incuranti dello scioglimento dei Consigli perché l'Istituzione per loro non ha rilevanza.
Blasi, Decaro, tutto il resto è demagogia e presa per i fondelli o, per dirla alla Violante, siamo alla fiera dell'ipocrisia ./
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