Ddl anticorruzione: la Camera dice sì. Mal di pancia del Pdl

ROMA. La Camera dei Deputati ha approvato il disegno di legge anti-corruzione. Il provvedimento torna al Senato. Mal di pancia nel Pdl, tra le cui fila si sono segnalate diverse defezioni. Cicchitto dice che il partito e' pronto a votate la responsabilita' delle toghe, ma il governo - evidenzia - "non ci ammanetti".

Al voto finale non hanno partecipato 72 deputati (di cui 11 in missione) compresi il segretario Angelino Alfano, che da ministro della Giustizia aveva presentato la prima versione del ddl, e il leader Silvio Berlusconi. Erano in missione, fra gli altri, Maurizio Paniz e Maurizio Lupi. In contrasto con la disciplina del gruppo, poi, ci sono stati due voti contrari (Luca D'Alessandro e Lucio Barani) e 38 astensioni fra cui quelle di Guido Crosetto, Pietro Lunardi, Alfredo Mantovano, Alfonso Papa, Gaetano Pecorella e Giorgio Stracquadanio.

"Noi avremmo voluto liberamente dibattere senza che lei fosse venuta in Parlamento a metterci le manette" ha sostenuto ancora l'onorevole Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera a proposito del ddl corruzione.

Al Senato, quindi, "noi sosterremo la responsabilita' civile dei magistrati e le diamo, signor Ministro, un elemento di riflessione: non ci venga a proporre emendamenti, con l'esercizio di quanto e' accaduto qua alla Camera, noi non voteremno la fiducia su questo punto perche' non vorremmo essere ulteriormente strangolati". Quindi conclude "uomo, o donna, avvisato mezzo salvato".

"Riteniamo - ha proseguito Cicchitto - del tutto negativo lasciare cadere la sollecitazione dell'Europa per il superamento del reato di concussione. Con l'induzione vengono presi due piccioni con una fava: se avesse seguito le indicazioni dell'Ocse si sarebbe chiuso immediatamente il processo a Berlusconi, cosi' ci troviamo di fronte a norma contra personam e per questa ragione Penati gode di una norma ad personam", ha aggiunto Cicchitto.