Ue: l'Irlanda ha detto si' al fiscal compact
ROMA. Dublino ha detto si' al Patto di bilancio Ue: la maggioranza degli irlandesi avrebbe infatti dato il suo placet al referendum con un margine di oltre il 60 per cento, secondo quanto riferito da fonti governative citate dalla stampa britannica. La conta ufficiale delle schede comincia tuttavia questa mattina, intorno alle 10 ora italiana, con i primi risultati attesi in giornata. Un'affluenza alle consultazioni con il contagocce: a poche ore dall'apertura dei seggi (le urne hanno chiuso alle 22), solo il 50 per cento degli irlandesi - dei 3,1 milioni aventi diritti di voto - si era pronunciato, lasciando in trepida attesa i promotori del cosiddetto fiscal compact. E l'astensione tradizionalmente gioca a favore dei contrari, come gia' dimostrato dai due referendum sui trattati di Nizza e Lisbona, bocciati in prima battuta nel 2001 (con un'affluenza del 34,8%) e nel 2008 (53,1%), per essere poi approvati con qualche aggiustamento di misura l'anno successivo. Il voto di ieri, a differenza di allora, non e' comunque decisivo per l'entrata in vigore del Trattato di stabilita', a cui e' sufficiente la ratifica di 12 Stati sui 25 firmatari. Regno Unito e Repubblica Ceca si sono autoesclusi. L'Irlanda, dunque, esprime il suo parere ma senza diritto di veto sugli altri, anche se un ''no'' rischierebbe di offrire un altro assist ai ''nemici'' dell'Eurozona, aumentando l'instabilita' dei mercati finanziari e complicando ulteriormente le possibilta' di un salvataggio della Grecia, che tornera' alle elezioni legislative il 17 giugno.
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