Ilva: “Prevenire è meglio che curare”

BARI. Il Consigliere regionale del “Gruppo Misto - P.S.I.” Donato Pellegrino, ha diffuso la seguente nota:
Con l’approvazione, all’unanimità, in Consiglio regionale delle norme a tutela della salute e dell’ambiente nelle aree ad elevato rischio ambientale, prescrivendo di fatto adeguamenti strutturali agli impianti maggiormente inquinanti, desidero accendere i riflettori sul sistema fognario e di depurazione regionale: una vera emergenza infrastrutturale per il mare.
Questo percorso unitario, sperimentato in Consiglio regionale, a difesa del territorio pugliese e delle sue bellezze deve continuare, non deve conoscere soste perseguendo il bene comune.
Quanto accaduto a Taranto con l’ILVA, in Puglia deve servire di monito, “prevenire è meglio che curare”.
Il turismo balneare è l’avamposto del turismo pugliese e quindi merita la massima attenzione considerato che gli interventi ex post, raramente consentono il ripristino delle condizioni precedenti nel complesso sistema costiero e non si deve più dover scegliere tra diritto alla salute e quello al lavoro.
Non deve accadere quanto verificatosi in Campania dove liquami in mare hanno prodotto acque torbide e i cittadini, albergatori e sindaci si sono schierati contro la regione Campania. Una situazione che vede sul banco degli imputati il depuratore di Cuma. Un’impianto obsoleto, messo in funzione alla fine degli anni novanta, che puntualmente catapulta le estati flegree nel rischio di emergenza ambientale.
Inevitabilmente il mio pensiero corre all’impianto di depurazione “Ciccio Prete” di Lecce con scarico nel mare di San Cataldo, con i suoi cento milioni di euro spesi per la realizzazione di impianti che potrebbero consentire l’utilizzo di quelle acque, debitamente affinate, per usi agricoli o industriali e che invece non sono mai entrati in funzione.
Una domanda è d’obbligo: come si può pensare a una riqualificazione dell’area costiera se non si dotano le marine di una rete fognante propria? E’ arrivato il momento di dare una svolta alla vicenda portando a termine opere faraoniche mai entrate in funzione e dotando di rete fognante quelle località sprovviste.
Solo così potremo veder sventolare, sempre più bandiere blu, sul nostro splendido mare, ambasciatrici di una politica ambientale all’avanguardia, anticipatrice di un turismo di qualità.