Madame Inter, le presento la Roma di Zeman
di Andrea Stano. E’ andato tutto liscio come l’olio ieri sera per l’allenatore boemo. O meglio, quasi tutto perché l’infortunio di De rossi ha scompaginato momentaneamente gli intendimenti giallorossi.La Roma rifila tre gol, uno più delizioso dell’altro, ad un Inter spaesata, imprecisa ma soprattutto svogliata.
E’ chiaro, contro le squadre di Zeman molto spesso la tattica va a farsi benedire cercando disperatamente di acclimatarsi con la compagine avversaria. Così si spiegano gli innumerevoli lanci lunghi (stile Inter di Bobo Vieri) per scavalcare l’altissima difesa romanista, ieri sera insolitamente impeccabile nella trappola del fuorigioco.
Soltanto in un’occasione Milito riesce a penetrare la fortezza ma l’uscita provvidenziale di Stekelenburg (per fortuna che c’è lui trai pali) sventa ogni pericolo.
Per il resto c’è una Roma forsennata e agguerrita comandata da un impavido generale, il simbolo della capitale dell’era moderna: Francesco Totti. Suoi gli assist per i primi due gol dei capitolini, l’incornata del promettente Florenzi, alla prima da titolare in serie A, e il magnifico cucchiaio di Osvaldo che se non realizza gol sublimi e spettacolari proprio non si diverte.
In mezzo, la rete fortunosa dell’ex di turno, Antonio Cassano, che segna grazie alla rocambolesca deviazione di Burdisso (anche lui un ex di questa gara).
Il 3 a 1 è una splendida invenzione di Marquinho, confermato dopo le positive apparizione della stagione scorsa, che imbeccato dalla trivela di Osvaldo (in condizioni strepitose l’italo-argentino) calcia dalla riga di fondo trovando così un gol sensazionale.
Tutto ciò che non aveva funzionato col Catania è stato aggiustato e perfezionato per la supersfida con gli uomini di Stramaccioni (curiosità, fu proprio il giovane allenatore dell’Inter a lanciare uno degli artefici della sua sconfitta, Alessandro Florenzi, ai tempi delle giovanili).
La Roma si muove come un pistone, specie nel primo tempo dove Balzaretti sembra un ragazzino di 20 anni per quanto corre. Le energie non si esauriscono nella seconda metà di gara, anzi, i giallorossi approfittano della fiacchezza di un Inter senza idea per sferrare le stoccate vincenti.
Le verticalizzazioni improvvise e gli inserimenti dei centrocampisti sono un marchio di fabbrica di Zemanlandia, sta all’ex allenatore del Pescara, ora, confermarsi per ergersi a protagonista del nostro campionato e chissà, figurare come possibile anti-Juve.
Uniche macchie tra il visibilio romanista sono l’ormai tradizionale rosso ad Osvaldo estratto dal taschino di Bergonzi per punire il secondo fallo di mani dell’attaccante (in questo caso davvero troppo fiscale l’arbitro di Genova) e la prestazione sottotono di Mattia Destro.
Il nuovo arrivo non si è ancora abituato ad agire sull’out di destra, nonostante il cognome sembrerebbe indicarlo come un predestinato, e soffre maledettamente Nagatomo e Pereira eccedendo, a volte, in un irritante nervosismo.
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