Scuola: precari in piazza, "concorso assurdo"
ROMA. "Oggi sfileremo con la determinazione di chi questo concorso lo rifiuta e dice no a chi cerca di toglierci i nostri diritti, a questo governo infame. Speriamo che questo corteo sia l'inizio di un periodo di lotta di tutte le componenti della scuola, non solo noi precari ma anche i docenti di ruolo. Oggi faremo sentire al ministro Profumo e a tutte le forze che lo appoggiano, e speriamo siano sempre di meno, la nostra voce". Cosi' gli organizzatori del corteo dei docenti precari scesi oggi in piazza per dire no al concorso bandito dal Miur, alla legge Aprea e ai tagli che continuano a gravare sul sistema scolastico italiano.
Si sono organizzati attraverso i social network, il volantinaggio e il passaparola, dandosi appuntamento a piazzale Esquilino, a Roma, dal quale si muoveranno alla volta di piazza Bocca della Verita'. Tra il rosso delle bandiere dei Cobas, spuntano cartelli rivolti al ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, come quello che ritrae una bottiglia di profumo e la scritta: "Profumo d'imbroglio: solo un modo per licenziare ancora".
Una serie di cartelli spiega, inoltre, le ragioni dell'opposizione dei precari al concorso. "No al concorso perche' e' assurdo e ridicolo valutare chi insegna da anni; e' pura propaganda e calpesta i diritti acquisiti, lo stato non e' obbligato a indire concorsi ma e' obbligato ad assumere precari; la cattedra non si vince alla lotteria, costa 120 milioni di (nostri) euro; essere un buon docente non e' questione di eta'; la cultura non si misura con i quiz; i precari ne hanno gia' fatti troppi: basta; la retorica del merito nasconde i tagli alla scuola statale".
"Il nostro timore - chiosa Giuseppe Vollono, del coordinamento di Napoli - e' che questo concorso, che spalma solo 12mila su un periodo di tre anni, diventi un'occasione politica in vista della campagna elettorale con la promessa di un posto da vincitore in cambio di un voto".
Si sono organizzati attraverso i social network, il volantinaggio e il passaparola, dandosi appuntamento a piazzale Esquilino, a Roma, dal quale si muoveranno alla volta di piazza Bocca della Verita'. Tra il rosso delle bandiere dei Cobas, spuntano cartelli rivolti al ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, come quello che ritrae una bottiglia di profumo e la scritta: "Profumo d'imbroglio: solo un modo per licenziare ancora".
Una serie di cartelli spiega, inoltre, le ragioni dell'opposizione dei precari al concorso. "No al concorso perche' e' assurdo e ridicolo valutare chi insegna da anni; e' pura propaganda e calpesta i diritti acquisiti, lo stato non e' obbligato a indire concorsi ma e' obbligato ad assumere precari; la cattedra non si vince alla lotteria, costa 120 milioni di (nostri) euro; essere un buon docente non e' questione di eta'; la cultura non si misura con i quiz; i precari ne hanno gia' fatti troppi: basta; la retorica del merito nasconde i tagli alla scuola statale".
"Il nostro timore - chiosa Giuseppe Vollono, del coordinamento di Napoli - e' che questo concorso, che spalma solo 12mila su un periodo di tre anni, diventi un'occasione politica in vista della campagna elettorale con la promessa di un posto da vincitore in cambio di un voto".
Tags:
CRONACA
