Lecce: a teatro per combattere il tumore al seno

Francesco Greco. La prevenzione del tumore al seno (in Italia si ammala di tale patologia una donna su 8) passa anche dai palcoscenici teatrali e  ottobre è il mese in cui la sensibilizzazione è capillarmente diffusa. Dopo Milano (Teatro Franco Parenti) e Firenze (Teatro della Pergola), l’iniziativa nata da un’idea dal prof. Umberto Veronesi, oncologo di fama e già ministro della Salute, sbarca in Puglia, a Lecce. Il 29 ottobre, al Teatro Paisiello, lettura teatrale (monologo) di Marina Senesi, titolo: “Se si può raccontare”. Sipario ore 21, ingresso libero. A seguire, conversazione sul tema “Le buone pratiche per sconfiggerlo”. Partecipano: Paola Ciannamea, dg Asl Br/1, Silvana Leo, dirigente medico-oncologico dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, Gabriella Alemanno De Carlo, dell’Airc Puglia. Modera la giornalista Carla Petrachi. Il tutto voluto, ottimamente curato e coordinato da Caterina Gerardi (“Casa delle Donne”, Lecce).

   L’idea di un tour informativo particolare è di Europa Donna Italia, organizzazione nata nel 1993 da un’intuizione di Veronesi per facilitare il rapporto fra le donne alle prese con questa malattia e le istituzioni. L’illustre scienziato e la presidente dell’EDI Rosanna D’Antona sono intervenuti agli spettacoli di Milano e Firenze, dove fra gli altri c’erano anche le giornaliste Daniela Vergara e Cinzia Sasso, Alberto Costa, Direttore Scientifico European of School Oncology, Alessandra Graziottin, Direttore del Centro di Ginecologia Ospedale San Raffaele Resnati, Milano, Claudio Calabrese, specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica, Breast Unit Chirurgia AOU, Careggi, Firenze, Claudio Tinterri, responsabile unità operativa di Senologia, Istituto Clinico Humanitas, Milano, Livia Giordano, presidente Gruppo Italiano screening mammografico GISMa.

   Senesi è attrice e autrice teatrale molto nota al grande pubblico grazie alla collaborazione al programma radiofonico “Caterpillar”. Spiega: “Il titolo dello spettacolo è una frase di uso comune che sottolinea il finale positivo di una situazione in cui si è rischiata la vita, ma anche un modo di infrangere il tabù di questa malattia”. L’attrice parla poi delle sfaccettature del suo monologo: “Il racconto è in prima persona, la narrazione accompagna attraverso paesaggi emotivi delicati alcune realtà apparentemente impossibili da trattare e superare, e invece poi affrontabili, anche perché nei momenti più difficili accadono speciali alchimie fra le persone”.

   La diagnosi precoce è l’obiettivo mirato della campagna, e non da oggi: infatti aumenta del 90% la possibilità di guarire, poiché permette di individuare il tumore prima che sia clinicamente evidente. I programmi di screening però non sono uniformi sul territorio nazionale: c’è un Nord e un Sud anche in questo, purtroppo. Nel Mezzogiorno l’adesione non è molto alta. “Martedì sera – conclude Caterina Gerardi – conosceremo i dati completi riguardanti questa malattia in Italia e in Puglia”. Dunque, parlare di patologie delicate in chiave lieve e ironica, sdrammatizzando, citando il grande commediografo Samuel Beckett: “Quale migliore modo di glorificare l’Altissimo se non quello di ridacchiare con lui dei suoi scherzetti?”. Già, quale?

Posta un commento

Nuova Vecchia

Modulo di contatto