Andrea Nardinocchi: in viaggio verso un “posto per sé”

Andrea Nardinocchi, classe '86, è una delle giovani promesse della musica italiana
Laura Spinelli. Canta un amore difficile, che può far sorridere e far male. Una storia estremamente attuale. Andrea Nardinocchi, classe '86, dopo l’esperienza al Festival di Sanremo nella sezione Giovani, si racconta ai nostri lettori.


Ciao Andrea, come hai accolto la notizia della partecipazione a Sanremo 2013?

Nel mio letto… era mattina e sono stato svegliato dalla telefonata del mio manager. Ero molto contento, ma assonnato, mi sono accasciato con un sorriso sul cuscino.

Quali emozioni ti ha trasmesso la prima volta sul palco dell’Ariston?

Prima di salire sul palco ho vissuto tante emozioni. Credo di non esser mai stato così  teso. Non ero molto cosciente, non ho ancora avuto il coraggio di rivedere la mia esibizione.

Hai cantato “Storia impossibile”, coniugando sonorità elettroniche e un tema tradizionale – l’amore – accompagnato da un computer e da una grande orchestra. Credi di aver apportato un elemento di novità a questa manifestazione?

Credo che l’uso degli strumenti sia un fare di necessità virtù. All’inizio non sapevo suonare gli strumenti classici, utilizzavo molto la voce negli arrangiamenti. Al Festival ho proposto una forma non consuetudinaria, che volendo si potrebbe definire ‘nuova’ in quel contesto, ma credo che quello che conta siano le canzoni e ciò che trasmettono.

Il 14 febbraio è uscito il tuo primo disco, “Il momento perfetto”. Quali sono i brani che ami di più?

Sono tutti miei figli – si dice in genere – ma, se dovessi scegliere, quelli che preferisco sono “Amare qualcuno” e “Non mi lascio stare”.

'Il momento perfetto': è il titolo del nuovo album di Andrea
Ripensando alle tue canzoni, mi viene in mente una frase su tutte: “Sono tante le cose che non si possono etichettare”. Potresti fare un esempio ai nostri lettori?

È difficile da spiegare perché spesso in una canzone si vuol dire qualcosa, ma si cerca di non essere troppo espliciti. Si trattava di uno sfogo sul fatto di esser considerati strani. Il mio era un invito a non etichettare troppo velocemente le cose, spesso in accezione negativa, perché non tutto è come sembra.

Una curiosità su come nascono le tue canzoni: è vero che, come recita un tuo pezzo, basta uno sguardo per riempire un foglio bianco?

Si, è vero! Non decido di scrivere, mi arriva un’idea che ha in sé una melodia. E io cerco di tirarla fuori, a partire dai dettagli della vita quotidiana – come uno sguardo – che riassumono tante cose che ho tenuto dentro. E davanti ai miei occhi appare una fotografia della canzone.

Un’ultima domanda: credi, in questo momento della tua carriera, di aver trovato “il posto per te”?

No, penso che questo sia un lungo viaggio appena iniziato, anche se lo vivo come se avessi fatto tanto. Un posto per me lo dovrò ritagliare pian piano nel tempo, continuando a impegnarmi. La direzione credo sia quella giusta…


E Andrea Nardinocchi si congeda da noi con un saluto a Carpino, paese in provincia di Foggia che ha dato a sua madre i natali.




Contacts:

http://andreanardinocchi.com
https://www.facebook.com/andrea.nardinocchi.official