Ultima udienza di Benedetto XVI, tra addio ed emozione: “Un Papa non è mai solo”.


Luigi Laguaragnella. Stamattina piazza San Pietro era gremita di gente proveniente da ogni parte del mondo. La gente comune non poteva mancare all’ultima Udienza generale del Papa per riempirlo di gratitudine e ammirazione di uomo umile e coraggioso allo stesso tempo. E anche Benedetto XVI ha colto l’ultima occasione per salutare, ringraziare e far sentire la sua vicinanza a tutta la Chiesa e i suoi fedeli. E’  un papa rasserenato  dopo aver comunicato le sue storiche dimissioni e parla alla gente che spesso lo interrompe con calorosi applausi. "Sento di portare tutti nella preghiera, in un presente che è quello di Dio, dove raccolgo ogni incontro, ogni viaggio, ogni visita pastorale. Tutto e tutti raccolgo nella preghiera per affidarli al Signore".

In tutta la piazza si avvertono forti e oneste emozioni e Ratzinger sembra parlare senza schemi o programmi. Dalle sue parole e dal suo stato d’animo espresso dalla voce conferma un uomo saldo nella fede e alla ricerca di Dio che davvero continuerà a pregare per la Chiesa: "In questi ultimi mesi, ho sentito che le mie forze erano diminuite, e ho chiesto a Dio con insistenza, nella preghiera, di illuminarmi con la sua luce per farmi prendere la decisione più giusta non per il mio bene, ma per il bene della Chiesa. Ho fatto questo passo nella piena consapevolezza della sua gravità e anche novità, ma con una profonda serenità d’animo. Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili, sofferte, avendo sempre davanti il bene della Chiesa e non se stessi". E poi continuando: “La mia decisione di rinunciare all’esercizio attivo del ministero, non revoca questo. Non ritorno alla vita privata, a una vita di viaggi, incontri, ricevimenti, conferenze eccetera. Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore Crocifisso. Non porto più la potestà dell’officio per il governo della Chiesa, ma nel servizio della preghiera resto, per così dire, nel recinto di san Pietro. San Benedetto, il cui nome porto da Papa, mi sarà di grande esempio in questo. Egli ci ha mostrato la via per una vita, che, attiva o passiva, appartiene totalmente all’opera di Dio". Torna su tutti gli argomenti che hanno riempito le pagine della stampa mondiale nelle ultime settimane e dichiara con estrema schiettezza alla gente assiepata il senso della sua decisione.  "In questi ultimi mesi, ho sentito che le mie forze erano diminuite, e ho chiesto a Dio con insistenza, nella preghiera, di illuminarmi con la sua luce per farmi prendere la decisione più giusta non per il mio bene, ma per il bene della Chiesa. Ho fatto questo passo nella piena consapevolezza della sua gravità e anche novità, ma con una profonda serenità d’animo. Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili, sofferte, avendo sempre davanti il bene della Chiesa e non se stessi".

"La mia decisione di rinunciare all’esercizio attivo del ministero, non revoca questo. Non ritorno alla vita privata, a una vita di viaggi, incontri, ricevimenti, conferenze eccetera. Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore Crocifisso. Non porto più la potestà dell’officio per il governo della Chiesa, ma nel servizio della preghiera resto, per così dire, nel recinto di san Pietro. San Benedetto, il cui nome porto da Papa, mi sarà di grande esempio in questo. Egli ci ha mostrato la via per una vita, che, attiva o passiva, appartiene totalmente all’opera di Dio".

Infine, il Papa ha concluso chiedendo di ricordarlo davanti a Dio e di pregare per i Cardinali, chiamati al compito di eleggere il nuovo Papa, "e anche per il nuovo Successore dell'Apostolo Pietro".

E’ tangibile quindi la scelta di operare nell’intimo della fede per il bene di tutta la Chiesa. E’ insita in Ratzinger l’esigenza trovare nel silenzio la voce di Dio.

Domani il papa tedesco risiederà per l’ultima volta in Vaticano. In serata diventerà ufficialmente “nascosto” (sarà diretto a Castel Gandolfo) pronto a pregare e lasciare il timone al prossimo successore di Pietro, ma per non smentire il suo lato teologico, come in numerosi suoi discorsi, lancia, anche oggi, a tutti i fedeli il quesito che ogni credente deve ripetersi ogni giorno e, come lui, impegnarsi a cercare la risposta: "Signore, che cosa mi chiedi?”.