Regionale 8: neoeletti leccesi M5s chiedono stop immediato cantiere. "Vendola non ceda a ricatto"


LECCE. I neo eletti parlamentari per il M5S Maurizio Buccarella, Diego De Lorenzis, Daniela Donno e Barbara Lezzi tornano a cogliere l’indignazione e lo sconcerto  dei cittadini e comitati questa volta per l’avvenuta consegna dei lavori con conseguente apertura del cantiere della strada regionale 8. Lo rende noto in un comunicato M5S Lecce.

+ Palese: Vendola non ceda a loro ricatti

Una tempistica - prosegue la nota - alquanto sospetta, poiché avviene paradossalmente a pochi giorni dalla definitiva entrata  in vigore del nuovo Piano Paesaggistico Territoriale Regionale,  PPTR, che non, giustamente, avalla la realizzazione di tali infrastrutture sovradimensionate, devastanti il territorio, obsolete cronologicamente e culturalmente, superate dalla diffusa  sensibilità ambientale. Un’opera che è in sé un grave scandalo nazionale.

La Strada Regionale 8, rappresenta l’apoteosi dell’ “affaire” strade inutili ridondanti e sovradimensionate, che sta sconvolgendo il Salento, devastando le sue economie e svuotando le casse dello Stato e le tasche dei cittadini.

Un modus operandi sclerotizzato che ha visto la scandalosa utilizzazione, come quasi scudi umani, nel solito vile stratagemma del “ricatto occupazionale”, di forze lavorative vincolate a questi vecchi progetti che sono espressione di un vecchio modello di sviluppo generatore della nostra attuale crisi, e che ha ormai mostrato tutti i suoi limiti, la sua insostenibilità, e la sua profonda mostruosità; non fosse altro perché il perpetuarsi delle logiche sottese di questo falso-sviluppo, prevede la completa cancellazione del territorio, opera inutile dopo opera inutile, la totale cancellazione sotto l’asfalto ed il cemento del prezioso suolo e dei nostri paesaggi.

I neo parlamentari offrono la loro voce al Forum Ambiente e Salute ed il Coordinamento civico per la tutela della salute e del territorio che puntualizzano, in merito alla regionale 8, l’assenza di una VIA legittima, in quanto scaduta e precisano che la normativa regionale  (neppure quella nazionale  ed europea) permette la proroga automatica, concessa invece oggi dalla giunta: la Regione viola le proprie stesse norme.

La strada viene progettata a quattro corsie,  in buona parte con  nuovo tracciato, senza pista ciclabile parallela, in difformità dal Codice della strada (legge nazionale) che  prevede solo due corsie  per le strade di tipologia C.
A questi aspetti si aggiunge l’impatto violento su una  zona archeologica  e un’abbazia medievale,

su crinali rocciosi  e su un bacino idrografico dichiarato a rischio dallo stesso Assessore Regionale alle Opere Pubbliche Fabiano Amati oltre al fatto che non è  giustificata da  flussi di traffico consistenti.

Nonostante il fascicolo aperto in Procura che potrebbe favorire l’interruzione dei lavori, le associazioni, comitati, cittadini, il Forum, il coordinamento ed il M5S invitano ad un’azione politica del Presidente Vendola mirata ad un nuovo orientamento dei fondi già stanziati  tale da coniugare le maestranze edili con la tutela  dei lavoratori agricoli, dell’ambiente e paesaggio storico-naturale, all’ insegna di un impiego davvero dignitoso che utilizza soldi pubblici e produce opere utili non deturpanti e belle che sposano sicurezza stradale, scorrevolezza e rispetto vero per l’ambiente. Si chiede a gran voce che si metta in sicurezza l’attuale tracciato già ampio e scorrevole, senza  il consumo del suolo richiesto dalla quattro corsie e due complanari. Di realizzare il percorso ciclabile previsto dalla normativa nazionale, abbinato ad un’azione di rinaturalizzazione e valorizzazione del paesaggio agrario circostante caratterizzato dall’ architettura dei muretti a secco. La strada, con tutte le sue rifiniture, deve essere realizzata nella filosofia della “strada parco” e dell’ “ingegneria naturalistica”.

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