Lecce, movida: i cittadini del Centro Storico incontrano il Questore. “Fatti, non parole”
LECCE – Fatti, non parole: questo l’impegno che il questore di Lecce, Vincenzo Carella, ha preso durante il suo incontro di questa settimana con i cittadini del centro storico di Lecce che hanno depositato nei giorni scorsi un’istanza contro la movida incontrollata e l’inciviltà in alcune vie della città vecchia.All’incontro hanno partecipato anche il vice questore Ada Martella e il vice questore aggiunto della polizia di stato e dirigente della sezione volanti Carmine Ingrosso. “Da quando mi sono insediato ho sempre preferito fare piuttosto che parlare”, ha spiegato Carella, ribadendo la presenza di controlli capillari insieme a tutte le forze dell’ordine soprattutto nelle zone più frequentate del centro. La risposta – è il ragionamento del questore – non può essere “chiudere i locali” ma “lavorare sull’educazione alla libera impresa e alle buone pratiche, in un dialogo costruttivo con i commercianti”.
Una posizione, quella di un tavolo con i gestori e gli imprenditori, già suggerita dal prefetto Giuliana Perrotta e fortemente auspicata dagli stessi cittadini della città vecchia. “La nostra filosofia non è demolire l'economia della movida”, sottolineano, “ma un richiamo costante a un’equilibrata convivenza fra chi nel centro storico vive e chi nel centro storico lavora”: è per questo che “si è spontaneamente costituito come portatore di interessi diffusi il Comitato dei Cittadini Residenti nel Centro Storico di Lecce”. Un comitato che intende sostenere l’economia e lo sviluppo della città vecchia e la tutela dei diritti di tutti gli attori coinvolti con una politica di partecipazione attiva e con l’aiuto delle forze dell’ordine nella sorveglianza di chi non è in regola. “Siamo apartitici, apolitici e semplicemente portatori di istanze in un’ottica di bene comune. Perché tutti possano vivere al meglio questa meravigliosa città, con un centro finalmente riqualificato come la sua storia e unicità meritano”.
“È meglio avere una città morta che chiude alle 9 di sera o una città viva dove il commercio fa girare capitali e che è modello per l'Europa?”, ha chiesto il vice questore Carmine Ingrosso ai firmatari. “Noi non siamo contro la movida, ma ci vogliamo battere contro quella che alla prova dei fatti risulta essere una sua gestione inadeguata”, ribattono dal comitato. “A noi piace una città vivace, non vogliamo una città oratoriale”, aggiungono. “Vogliamo che le istituzioni si impegnino affinché la qualità della movida cambi, e in questo l’Europa ci appare francamente ancora lontana”. I residenti chiedono quindi una politica attiva di segnalazioni serrate, allo scopo di stanare quegli imprenditori che palesemente non rispettano la legge e denunciando chi non sanziona chi dovrebbe essere sanzionato.
I residenti, nel frattempo, continuano a raccogliere firme e segnalazioni. E qualcosa sembra muoversi. “Siamo stati contattati in questi giorni dal consigliere Carlo Salvemini e abbiamo avuto con lui un incontro molto proficuo”, concludono dal comitato. Le problematiche del centro storico, infatti, sono all’ordine del giorno in consiglio comunale. “Ora ci auguriamo di poter avere un confronto anche con tutte le altre forze politiche”, rilanciano. A partire dal sindaco, Paolo Perrone, primo destinatario dell’istanza del 3 maggio scorso. “L’incontro dovrebbe avvenire nei prossimi giorni”, spiegano i residenti. “Attendiamo ancora conferma”.
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