Caso Moro, il mistero che non finisce mai
di Nicola Zuccaro - Paese che vai, mistero che trovi. Parafrasando un celebre detto si potrebbe applicare, allo stesso modo, al Caso Moro. Ritenuto fra i misteri di primo piano della Repubblica esso non cessa mai riservando ancora e a distanza di 35 anni retroscena e particolari inediti.Dopo le rivelazioni di Ferdinando Imposimato a "Porta a Porta" e contenute nel suo ultimo libro e riguardanti un piano di liberazione interforze congiunto per sottrarre Moro dalle mani dei brigatisti, nei giorni scorsi è stata divulgata un'altra rivelazione.
Due artificieri della Polizia di Stato che da tempo chiedono di essere ascoltati dalla Procura della Repubblica di Roma hanno rivelato particolari inediti. Il 9 Maggio 1978, data del tragico rinvenimento del cadavere di Moro in Via Caetani, i due poliziotti giunsero alle 11.00 e non alle 13.30 come le cronache di quel giorno riportano.
Poco dopo giunse Francesco Cossiga. Il Ministro degli Interni dell'epoca, agli occhi dei due artificieri, dette l'impressione che già sapesse e con largo anticipo del tragico epilogo. Se a questo dettaglio rivelato nel
libro "La Bomba Umana" scritto da Vitantonio Raso - uno dei due artificieri - si aggiunge il rinvenimento di un plico contenente presumibilmente dei fogli, non toccato come da procedure e del quale non si è saputo
più nulla ci sono gli elementi per sostenere che il Caso Moro come tanti altri misteri italiani non finisce mai.
E, per la sua ricchezza di particolari, di rivelazioni concentrati in quei drammatici cinquantacinque giorni.
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