Giulia Mazzoni viaggia con il suo pianoforte: "Avrei voluto suonare con i Beatles"

di Marco Masciopinto - Tra sentimenti, passione e sensazioni, si racconta alla gente. La giovane Giulia Mazzoni, pianista toscana di soli 24 anni, debutta nella discografia con il suo primo progetto ‘’Giocando con i bottoni’’, un’essenza di musicalità classica e raffinata, accompagnati dal solo suono del pianoforte, il migliore amico della giovane Giulia, dal quale non si separerebbe mai, nemmeno sotto tortura.

Da piccola ha scoperto l’amore per il pianoforte e questo disco racchiude la sua infanzia: ‘’I tasti sono diventati i miei bottoni da adulta’’, ci racconta. Come il suo primo singolo ‘’Piccola Luce’’, Giulia si fa spazio tra le tante luci che brillano nel panorama musicale italiano e scommettiamo che riuscirà a far parlare di se', perchè il suo talento, giovane e pulito, piace e da quel tocco in più di qualità nel nostro universo musicale.



Giulia, ci racconti quando hai iniziato a fare musica?

‘’Non provenendo da una famiglia di musicisti ho scoperto il pianoforte per caso. Il primo incontro risale alla quinta elementare. Durante una ricreazione rimasi molto colpita dal suono di un pianoforte, fu una scoperta meravigliosa. Ogni volta che ne avevo la possibilità andavo in quell'aula e giocavo in maniera inconscia e inconsapevole con lui. Anche se non avevo ancora una formazione musicale e ciò che facevo sulla tastiera era casuale, è stato un periodo importante perché ho sviluppato un rapporto profondo con lo strumento.

Ho iniziato a studiare musica successivamente, nel periodo delle scuole medie, frequentando prima la scuola di musica G.Verdi di Prato e successivamente il conservatorio G.Verdi di Milano, dove sto continuando a studiare.

Devo ringraziare la mia famiglia che mi ha sempre sostenuta, permettendomi di studiare musica e di perfezionarmi e i miei maestri che mi hanno insegnato quello che conosco’’.

Il pianoforte è lo strumento dove esprimi al meglio le tue emozioni?

‘’Si, il pianoforte è il mio migliore amico. Questo strumento riesce a toccare corde profondissime della mia anima permettendomi di scoprire parti nascoste, profonde e inconsce di me. È il mezzo che mi permette di sviluppare le emozioni che fotografo vivendo ogni giorno e che è sempre lì, pronto ad ascoltarmi. È uno strumento che può darti molto ma che pretende molto in cambio.

Vivo la musica come una religione, sembrerà una frase fatta ed eccessiva ma è davvero così. Esattamente come il fedele che sente il bisogno di pregare ogni giorno anche io ho questa esigenza. Ogni volta che suono è come se pregassi.

Il pianoforte per me è tutto, come ti dicevo prima è il mio migliore amico. Quando non lo vedo mi manca come una persona’’.

Com’è arrivata la possibilità di incidere un disco tutto tuo?

‘’È arrivata dopo anni di lavoro, concerti, studio e tanta determinazione, finché un giorno ho fatto ascoltare il demo al mio produttore, il quale ha creduto in me e nella mia musica, e così abbiamo iniziato insieme questo bellissimo percorso’’.

‘’ Giocando con i bottoni’’ è un capitolo che racconta la tua infanzia e la semplicità di essere bambini…

"Giocando con i bottoni" è un titolo legato proprio ad un episodio della mia infanzia.

Quando avevo due anni, mi sedevo dentro ad una cesta di vimini e rovesciavo all'interno una serie di bottoni colorati con i quali giocavo per delle ore. All'apparenza erano oggetti semplici, rudimentali eppure per me erano magici e riuscivano ad emozionarmi, stupirmi.

Quella stessa emozione l'ho provata anni dopo, quando ho messo per la prima volta le mani sopra un pianoforte. I tasti sono diventati i miei bottoni da adulta.

Da bambini ci emozioniamo per le piccole cose, guardiamo il mondo con meraviglia e stupore mentre da adulti perdiamo questa capacità di emozionarci’’.

L’unico pezzo che si distacca dal resto del disco è ‘’Piccola Luce’’ dove affronti il problema della violenza sulle donne…

“Piccola luce” è un brano che cerca di raccontare, attraverso la musica, le luci e delle ombre della vita. L'idea alla base di questa composizione è che c'è sempre una luce in fondo ad una strada buia e che se vogliamo possiamo coglierla.

Il videoclip racconta attraverso la tecnica del cinemagraph ( tecnica innovativa mai utilizzata in Italia nel videoclip e in particolare nel videoclip di pianoforte) la storia di una giovane prostituta che riesce a scappare da una situazione di violenza e sfruttamento ritrovando la propria famiglia. Quando Federico Monti (regista) mi ha proposto questo soggetto ho accettato con piacere di realizzarlo mettendomi in gioco, ben consapevole della delicatezza del tema affrontato riguardante la violenza sulle donne. Sono molto sensibile a questa tematica della quale si parla molto ma mai abbastanza e ho trovato importante e bello poterne parlare attraverso la musica.

È stata un'esperienza professionale ma soprattutto umana molto intensa che mi porterò dentro per sempre’.

Qual è stata la reazione dei tuoi genitori quando hanno ascoltato il disco?

‘’I miei genitori conoscevano già molte composizioni perché avevano avuto modo di ascoltarle a casa. Quando hanno visto il disco sono rimasti molto colpiti ed erano emozionati e felici per me. Sapevano e sanno quello che la musica rappresenta per me e che era il mio sogno poter realizzare questo lavoro’’.

E’ vero che fai anche la cassiera in un supermercato?

‘’Si, lavoro in un supermercato ogni domenica. Ho sempre lavorato e studiato. I miei genitori mi hanno trasmesso un grande rispetto ed etica per il lavoro. Penso che la scuola della vita sia legata alla scuola dell'arte. Quando sono al supermercato ho un rapporto intenso con le persone esattamente come quando sono sul palco. Tutte le esperienze sono legate tra loro e sono importante motivo di ispirazione’’.

Con quale aggettivo ti definiresti?

‘’Romantica e sognatrice’’.

Con chi ti piacerebbe condividere il palco e in quale posto?

‘’Avrei voluto suonare con Chopin, Satie e i Beatles magari su una spiaggia deserta.

Oggi vorrei collaborare con Michael Nyman magari alla Scala (chi non sognerebbe di suonare nel tempio della musica?) o con altri personaggi appartenenti a generi musicali diversi come David Bowie, Elton John o perché no?!? Lady Gaga’’.

Qui in Italia, riuscire ad emergere e far conoscere il proprio talento, è davvero così difficile?

‘’In Italia è difficile far emergere il proprio talento soprattutto crescendo in una città industriale come Prato che offre poche opportunità. Studiare a Milano mi ha permesso di crescere artisticamente e di sperimentare.

Milano è una città molto viva culturalmente, si respira un'aria europea ed è il centro musicale italiano.

In un periodo di crisi come questo comunque è difficile farsi strada e riuscire ad emergere. Ci sono molti talenti ma non c'è spazio per tutti e quindi è una vera lotta. Io penso che comunque se veramente si crede e si ama qualcosa si possa arrivare a realizzarla. Non si deve sicuramente avere fretta ed è necessario un lavoro costante fatto di gavetta, studio ed umiltà’’.

Hai mai tentato la carta dei talent per farti conoscere?

‘’Non ho mai tentato la carta dei talent perché ho scelto un percorso artistico diverso. Trovo comunque che i talent siano vetrine importanti che offrono possibilità di confronto e opportunità per emergere’’.





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