Natuzzi: sindacati, irricevibile piano

BARI - Sindacati e Regione Puglia fanno fronte comune in vista del tavolo ministeriale sulla vertenza Natuzzi in programma domani a Roma dopo che l'azienda ha annunciato 1.726 licenziamenti e la chiusura degli stabilimenti di Ginosa (Taranto) e Matera.

Oggi, intanto, l'assessore al Lavoro, Caroli, ha incontrato a Bari sindacati. Dall'incontro e' emersa la necessita' di approfondire i contenuti del piano industriale, di superare la crisi salvaguardino i livelli occupazionali.

I sindacati ritengono "irricevibili le comunicazioni della Natuzzi sul licenziamento di 1726 dipendenti, sbagliate sul piano industriale perché si riduce la capacità competitiva". Lo ha detto il segretario della Uil industria Puglia, Alfonso Galiano, all'incontro con l'assessore regionale al Lavoro, Leo Caroli, in corso alla Regione. "Noi siamo pronti a discutere - ha aggiunto - ma ci deve essere anche l'azienda. Cercheremo di far cambiare questo piano e non vogliamo assecondare dismissioni''.

Pubblichiamo alcune considerazioni del consigliere regionale Giacinto Forte (Mep) sulla crisi in atto alla Natuzzi.
"In questi giorni stiamo vivendo un dramma sociale dalle proporzioni non quantificabili. La notizia, per certi versi sconvolgente, è che il gruppo dei divani di Santeramo in Colle (Natuzzi), ha annunciato 1.726 licenziamenti e la chiusura di due stabilimenti, quelli di Ginosa (Taranto) e Matera. Sull’Eldorado del salotto sembra sia calato il sipario. E’ crisi profonda. Per stessa ammissione dei vertici del Gruppo Industriale è prioritaria «la salvaguardia dell'azienda». E che, «il gap che attualmente separa i costi industriali di Natuzzi da quelli dei principali competitors stranieri e di alcuni concorrente sleali insediati nel distretto è enorme». Insomma, uscendo fuori dal linguaggio criptico delle relazioni industriali usato per presentare il «Piano di salvaguardia del polo Italia», la colpa è della Cina e molto lapidariamente si chiudono i battenti. Questa è un’ammissione di colpa dell’industriale santermano che si è dichiarato non più in grado di far fronte alla concorrenzialità dei paesi emergenti. Costi di produzione non più sopportabili, continuando a fare impresa nel territorio italiano. E non è servita neanche la “sirena” di un accordo di programma fatto su misura per le grandi realtà produttive, per rilanciare il distretto murgiano, che prevede risorse per ben 101 milioni di euro. In altre occasioni abbiamo denunciato l’assoluta inadeguatezza di questo accordo, che non presentava elementi di novità nelle forme d’investimento, essendo inoltre, troppo possibilista sulla capacità di consorziarsi delle piccole e medie imprese. Ora, nel mentre si preannuncia un uso distorto di ammortizzatori sociali, privo come al solito,di controlli, che alimenteranno il lavoro nero, Natuzzi abbandona il territorio murgiano. Il braccio di ferro fra istituzioni e il gruppo Natuzzi sarà duro, tutti devono dare un contributo per tutelare posti di lavoro, ma i risultati dimostrano che non sempre le strategie adottate dal Goveratore Vendola hanno prodotto il rilancio industriale del nostro territorio. Anzi, questa vicenda, dimostra amaramente il contrario. E’ sotto i nostri occhi, una fuga senza ritorno".