Bisceglie, una Serata da Maestro e la Puglia migliore di Antonio e Valerio

BISCEGLIE - di Francesco Brescia - Farò una premessa noiosa ma, credo, utile alla comprensione dell'intero articolo (per quanti avranno la volontà e la pazienza di leggerlo).
Non mi limiterò a redigere una cronistoria asettica e imparziale della serata di sabato 17 agosto a Bisceglie (Teatro Mediterraneo) dal titolo "Una Serata da Maestro": questo, lo lascio fare ai miei colleghi che sanno sicuramente farlo molto meglio del sottoscritto. Non c'è dubbio alcuno.
Spiego, in soldoni, di cosa si è trattato: l'Associazione Culturale "Ci Pensiamo Noi" ha proposto, ideato e realizzato un progetto (per l'appunto "Una Giornata da Maestro") vincitore di Principi Attivi 2010 della Regione Puglia, una serie di documentari web, della durata massima di dieci minuti, che ha illustrato le peculiarità, le tipicità, le caratteristiche di dieci tra mestieri, arti e professioni svolte in Terra di Puglia da giovani artigiani e veterani maestri, uomini e donne naturalmente.
Valerio Di Bitetto, Antonio Di Tullio, Maurizio Binetti e Francesco Minervini si sono rimboccati le maniche, ciascuno con le personali competenze e inclinazioni artistiche e professionali, per dar vita a un progetto originale, coinvolgente e didattico.
Non ho l'abitudine di adulare o imbonire alcuno, anzi. Quando è il caso di criticare (valutare secondo ragione), alzo la mano e rispondo 'presente'. A volte nemmeno alzo la mano. Dico 'presente' e basta.
Antonio e Valerio, è bene che quei pochi che ancora non lo sapessero lo sappiano, costituiscono un patrimonio di (non fatemi dire 'talento', ma qualcosa di più originale) idee, di savoir faire, di gestione mediatica e scenica del pubblico, di umiltà che va però a braccetto con la consapevolezza di essere capaci, ambiziosi, validi.
Ed essere consapevoli, sanamente consapevoli, a ragione consapevoli di essere capaci, ambiziosi, validi è una cosa stupenda. Non è un difetto, non è un limite: è un volano, è come avere delle ali belle robuste, vigorose e saperle pure usare bene, spiccando il volo maestosamente e planando con prudenza ed eleganza.
Mi perdoni Alessio Giannone: è spassosissimo, diverte, coinvolge e fa anche riflettere con la sua ironia a volte strafottente, a volte amara.
Ma se parlassi di Giannone (@Pinucciotwit), risulterei scontato. Non che m'interessi tanto l'opinione di chi mi legge (perdonatemi ancora, ma m'interessa piuttosto comunicare la mia opinione più che sentirmi dire cosa pensano gli altri della mia opinione, poi se ne può pure discutere...).
Non è scontato, non lo sarà mai, ribadire quanto la nostra città, il nostro territorio detenga con due belle capocce come quella di Antonio e di Valerio. Siamo sempre alla ricerca di (e vabbè, lo devo dire..., ho un lessico spaventosamente limitato) talenti, ma spesso non badiamo al fatto che li abbiamo sotto gli occhi.
Quando sento l'espressione 'classe dirigente', innanzitutto penso a loro due, a tutti quei ragazzi e a quelle ragazze che hanno chiara l'idea di Terra, di sviluppo, di originalità e di Puglia.
La stessa Puglia che i due conduttori della serata, insieme ai loro collaboratori, hanno mostrato di amare non di quell'amore adolescenziale (perdonatemi, adolescenti) che, sì, è possente, è impetuoso, ma spesso capita che sfugga, scemi, scompaia pur se restano rimasugli di cuore sparsi.
Ma di quell'amore di chi, passeggiando per le vie della propria Terra, nota, scruta, osserva quella donna (o quell'uomo) che, non chiedete il perché, il per come, ha rubato l'attenzione, la concentrazione, i sensi del viandante. Di quell'amore che magari non verrà mai dichiarato, ma viene costantemente, quotidianamente nutrito dal ricordo, dalla voluttà, di quell'amore vivo, non quello acceso e spettacolare, ma di quello tenue ma capace di spostare le montagne.
In silenzio. Con operosità.
E con amore. Con questo amore.
Perdonatemi ancora (è l'ultima volta che chiedo perdono, giuro): se parliamo di talento, di trasporto emotivo, di passione (silenziosa ma capace di spostare le montagne), non si possono non evidenziare le sublimi performance del corpo di ballo di Roberta Storelli. Di danza, di ballo, non ci ho mai capito nulla, mai ci capirò nulla, ma se dei professionisti come Roberta Storelli, Domenico Ramelli, Jenny Lasciarrea, Delia Mastrapasqua, Marika Rigante riescono a coinvolgere emotivamente anche chi nulla capisce di questa nobile arte, allora vuol dire che sanno far breccia e che hanno talento anche loro.