Consiglio: gruppi di almeno 3 consiglieri
BARI - Novità in Consiglio regionale pugliese. I gruppi consiliari che si costituiranno nel corso della legislatura che dovessero essere composti da meno di tre consiglieri saranno sciolti entro i 10 giorni successivi al passaggio del terzo componente ad altro gruppo consiliare. Lo prevede la proposta dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale approvata all’unanimità dall’assemblea legislativa. Entro la stessa data i consiglieri interessati dallo scioglimento del gruppo dovranno comunicare al presidente del Consiglio regionale la loro adesione ad un altro gruppo presente nell’assemblea legislativa. In assenza della comunicazione in questione si intenderanno collocati nel gruppo misto. Il provvedimento va a modificare il comma 4 dell’art. 6 del Regolamento interno del Consiglio con l’intento anche – come ha sottolineato il presidente della VII commissione consiliare, Giovanni De Leonardis – di “arginare e ottimizzare l’utilizzo delle risorse”.
Le nuove disposizioni non hanno valore retroattivo.
A larga maggioranza, invece, l’assemblea ha deciso di inviare in VII commissione un emendamento presentato dai consiglieri PD Fabiano Amato e Giuseppe Romano che puntava a rendere pubbliche le sedute delle commissioni consiliari, tranne i casi in cui tre quarti dei commissari presenti ne avessero disposto la riunione a porte chiuse.
Pur emergendo nel dibattito articolato che si sviluppato sull’emendamento una sostanziale condivisione circa l’esigenza di dare maggiore visibilità e pubblicità ai lavori delle commissioni, si è convenuto sull’esigenza di un approfondimento in commissione in quanto l’intesa materia va disciplinata, approvando a larga maggioranza un proposta presentata in questo senso da Salvatore Negro (UDC). Contrario all’emendamento Amati Davide Bellomo (I Pugliesi) secondo cui le rendere le commissioni pubbliche rischierebbe di trasformarle in tribune elettorali. Roberto Ruocco (Pdl) ha fatto proprio, invece, lo stesso emendamento anche dopo che Amati aveva dato la disponibilità all’approfondimento in commissione, chiedendo che fosse votato in consiglio subito. La sua richiesta non è stata accolta.
Le nuove disposizioni non hanno valore retroattivo.
A larga maggioranza, invece, l’assemblea ha deciso di inviare in VII commissione un emendamento presentato dai consiglieri PD Fabiano Amato e Giuseppe Romano che puntava a rendere pubbliche le sedute delle commissioni consiliari, tranne i casi in cui tre quarti dei commissari presenti ne avessero disposto la riunione a porte chiuse.
Pur emergendo nel dibattito articolato che si sviluppato sull’emendamento una sostanziale condivisione circa l’esigenza di dare maggiore visibilità e pubblicità ai lavori delle commissioni, si è convenuto sull’esigenza di un approfondimento in commissione in quanto l’intesa materia va disciplinata, approvando a larga maggioranza un proposta presentata in questo senso da Salvatore Negro (UDC). Contrario all’emendamento Amati Davide Bellomo (I Pugliesi) secondo cui le rendere le commissioni pubbliche rischierebbe di trasformarle in tribune elettorali. Roberto Ruocco (Pdl) ha fatto proprio, invece, lo stesso emendamento anche dopo che Amati aveva dato la disponibilità all’approfondimento in commissione, chiedendo che fosse votato in consiglio subito. La sua richiesta non è stata accolta.
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