Calimera, al via l’OFP e la mostra 'Salento in 4 scatti'

CALIMERA (LE) – “Hai sprecato molta acqua mentre facevi la doccia. Torna al 4”. I bambini di Calimera sono immersi nel gioco dell’ecoambiente, una specie di gioco dell’oca in chiave naturalistica, per la diffusione nelle nuove generazioni di comportamenti virtuosi: piccoli fan della tartaruga “Kalimerina”. (Con 13 barattoli di acciaio si ottiene una padella).
 
Il presidente della Provincia di Lecce Antonio M. Gabellone è in ritardo di un paio d’ore sul programma, e così, per ingannare l’attesa, i ragazzi di Ecofestapuglia distribuiscono matite colorate in plastica riciclata ricavate da custodie per cd mentre i grandi seguono al maxischermo il bellissimo documentario “Museo di Storia Naturale del Salento”, dove piccole tartarughe escono dalla sabbia e si avventurano timidamente in mar grande, i gufi posano come navigate rockstar per le videocamere e i falchi prendono il volo davanti alle scolaresche. Lo hanno girato Francesca Montefusco, Valerio D’Elia e Andrea Baccassini (montaggio della stessa Montefusco). “Hai sprecato carta!!! Stai fermo un giro”.

Il Museo di Calimera si adagia dolcemente in una vecchia masseria fuori dal centro abitato, un’oasi immersa nella fitta macchia mediterranea sulla via per Borgagne: anni fa, ci spiegano gli amministratori comunali, cominciarono a ristrutturarla per costruire un casa di riposo. L’azienda edile a un certo punto entrò in crisi. Che fare?, si chiese la buona gente di Calimera. Il Comune ebbe un’idea: un centro dove ricoverare animali stanziali ma anche esotici (piccola curiosità: tempo fa la Forestale chiese se potevano ricoverare una tigre). Oggi è una delle realtà più vive e dinamiche del Mezzogiorno (l’altra è a Foggia), visitata da migliaia di persone, scolaresche incluse che partecipano al reinserimento degli animali. Così si è sviluppata una forte coscienza naturalistica. E’ stato possibile col lavoro di volontari e appassionati, amanti degli animali, della natura. Fu affidato alla cooperativa “Naturalia”, che dal 2007 pubblica anche un bellissimo periodico (info@museocalimera.it). Si può sostenere col 5 x 1000: basta la firma e il numero di partita iva del Museo (03058660758) sui modelli Cud, Unico e 730. L’ufficio-stampa è curato da Chiara Caputo.

E’ un avamposto scagliato verso il Mediterraneo, che ne intercetta la fauna selvatica, esotica (volpi, tassi, furetti, iguane, camaleonti, pappagalli, civette, barbagianni, bellissimi esemplari di tartarughe marine, terrestri, palustri), la ricovera, la cura con infinito amore (custodisce anche gli animali sequestrati). Fra poco ci sarà anche il rettilario. (Con 130 lattine si fa un monopattino…).

Nel 2012 sono stati 1018 gli animali recuperati, 871 curati e restituiti al loro habitat naturale, 23 sono ancora ricoverati, 52 sono rimasti al Museo, 72 non ce l’hanno fatta. “Dopo un picnic hai lasciato tutti i rifiuti sparsi per la campagna. Torna alla partenza”.

Calimera fa le cose in grande (come alla festa dei lampioni a San Luigi), la serata resterà nella memoria di grandi e piccoli. C’è l’assessore provinciale al Turismo Francesco Pacella, il delegato provinciale Antonio Corvino, il vicesindaco Giuseppe Mattei, il responsabile del Comune per il Museo Andrea Pascali, Daniele Danieli presidente dell’Atc, la Pro Loco con le signore intente ai fornelli (cicuredde e fave nette, pittele, vino del Salento). La serata è presentata dalla spumeggiante Federica Stella Blasi. Oltre all’Osservatorio Faunistico Provinciale si inaugura la mostra “Il Salento in 4 scatti”: 44 partecipanti da tutta Italia (oltre che dalla Puglia, da Pavia, Torino, ecc.), 168 bellissime foto che scorrono sul maxischermo: scorci di paesaggio di una terra magica qual’è il Salento, centri storici, vecchi palazzi gentilizi, il mare di notte, tramonti infuocati, ecc. “La qualità è altissima”, è l’opinione della giuria (docenti dell’Accademia delle Belle Arti di Lecce). Bellissime, fra le altre, quelle di Biasco e Buccarella. “Usi posate di plastica non riciclabili. Torna al 23”.
 
Poi finalmente arriva Gabellone, accolto da Giulia Salvadori e le altre bellissime hostess, molto eleganti in nero e con i fular di seta: “Il Salento è un territorio effervescente, che sa costruire…”. Il Museo sarà ammodernato e rilanciato con i fondi di Comune e Provincia, e ora riscrive il suo ruolo nel territorio, si rende più riconoscibile. Poi Rosanna Stefàno (Università del Salento) ne ricostruisce la storia nel contesto del Salento che ne fa un’eccellenza che arricchisce l’offerta turistica. “Non si buttano i rifiuti per terra. Torna al 5”. Quindi ci si sposta in massa nell’Osservatorio per il classico taglio del nastro e la visita agli animali: la star che riscuote successo tra i bambini è l’enorme tartaruga Eugenia: si fa un giro nella vasca guardando curiosa . Gli uccelli nelle gabbie dormono: “Alcuni di questi animali hanno conosciuto il volto peggiore dell’uomo…”, dice qualcuno. Non c’erano dubbi: la stupidità umana è più profonda dell’oceano (Einstein).
 
L’evento va in onda su www.unplisalento.it (Unione nazionale pro loco d’Italia/Puglia/ Comitato provinciale di Lecce): il presidente Adelmo Carlà fa da “valletto” alla presentatrice. Saranno proprio le Pro-Loco a portare la mostra in giro per i Comuni salentini. (Con 2 flaconi di plastica si fa un frisbee). La serata continua con la musica: le cuoche della Pro Loco si rivelano brave anche a cantare “Kalinitta” (stiamo nel cuore della Grecìa Salentina). Al pianoforte ul maestro Eliseo Castrignanò, voce Antonio Castrignanò. Dopo gli attestati ai fotografi, finisce con bambini e anziani a mangiare con gli occhi pieni di luce le pìttele (dolce natalizio) calde e croccanti e cicuredde (cicoria selvatica) e fave nette (purè di fave). Piatti antichi, dolce sapore di radici e memoria. Una terra magica come il Salento punta su tradizione e modernità per far passare “a nuttata”. “Camminare a piedi fa bene e non inquina”. Qualcuno ha dubbi?


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