Milan, altra frenata a San Siro: Diavolo incornato anche dal Toro, finisce 1-1
di Luca Losito - Niente da fare, la stagione rossonera non spicca il volo neanche con Seedorf. Dopo 4 gare, il rendimento della squadra resta altalenante. L'1-1 col Torino frena una risalita che iniziava a farsi interessante. Ora ci sarà la difficile trasferta a Napoli, e con questi presupposti uscire illesi dal San Paolo sarebbe già un successo.
I rossoneri partono bene, sfiorando subito il gol con Pazzini. Eppure, basta un banale rilancio della difesa granata per mettere a nudo i difetti dello schieramento di Seedorf. Immobile va a nozze con gli spazi concessi, irride un impresentabile Bonera (lo stesso che “marcava” Berardi nella notte del poker, ndr) e fulmina Abbiati. 1-0, infilata per l'ennesima volta una difesa sciaguratamente confermata dopo il mercato. Il Milan reagisce, sfiorando il pari con la rovesciata del vivace Pazzini. I rossoneri continuano a premere, ma in contropiede Cerci apparecchia il 2-0 per Farnerud, il quale spara incredibilmente alto di testa. La squadra di Seedorf attacca, senza sfondare, ma le ripartenze ospiti continuano a far male. Il primo tempo finisce così.
Nella ripresa i rossoneri sembrano più determinati e al 49' impattano: Rami, nettamente il migliore della coppia centrale, sfodera un destro vincente dalla distanza. 1-1 a San Siro. Ci sarebbe tutto il secondo tempo, o quasi, per vincerla. Il Milan ci prova: Kakà, seppur poco ispirato, sfiora il raddoppio in più occasioni. Il 22 rossonero, però, va detto, non è più quello dei tempi migliori. Difficile continuare ad affidarsi a lui. Robinho va in gol, ma l'offside gli strozza l'urlo in gola. Seguono 30 minuti di grande confusione, attacchi disordinati e pochi pericoli per la squadra di Ventura. Alla fine, l'1-1, è la logica conseguenza di quanto visto in campo.
Il Milan spreca così l'ennesima occasione. La squadra non ha svoltato con Seedorf, è evidente. Le pecche difensive sono addirittura peggiorate e l'attacco non sfonda. Unica nota positiva, la maggiore motivazione dei giocatori. Tuttavia, nel calcio, contano anche i dettami tattici. Il buon Clarence, purtroppo, da questo punto di vista, ha ancora molto da apprendere. Naturale. Se si affida la panchina ad un tecnico senza alcuna esperienza, non ci si può aspettare altro. Complimenti alla proprietà per la “lungimiranza”.
I rossoneri partono bene, sfiorando subito il gol con Pazzini. Eppure, basta un banale rilancio della difesa granata per mettere a nudo i difetti dello schieramento di Seedorf. Immobile va a nozze con gli spazi concessi, irride un impresentabile Bonera (lo stesso che “marcava” Berardi nella notte del poker, ndr) e fulmina Abbiati. 1-0, infilata per l'ennesima volta una difesa sciaguratamente confermata dopo il mercato. Il Milan reagisce, sfiorando il pari con la rovesciata del vivace Pazzini. I rossoneri continuano a premere, ma in contropiede Cerci apparecchia il 2-0 per Farnerud, il quale spara incredibilmente alto di testa. La squadra di Seedorf attacca, senza sfondare, ma le ripartenze ospiti continuano a far male. Il primo tempo finisce così.
Nella ripresa i rossoneri sembrano più determinati e al 49' impattano: Rami, nettamente il migliore della coppia centrale, sfodera un destro vincente dalla distanza. 1-1 a San Siro. Ci sarebbe tutto il secondo tempo, o quasi, per vincerla. Il Milan ci prova: Kakà, seppur poco ispirato, sfiora il raddoppio in più occasioni. Il 22 rossonero, però, va detto, non è più quello dei tempi migliori. Difficile continuare ad affidarsi a lui. Robinho va in gol, ma l'offside gli strozza l'urlo in gola. Seguono 30 minuti di grande confusione, attacchi disordinati e pochi pericoli per la squadra di Ventura. Alla fine, l'1-1, è la logica conseguenza di quanto visto in campo.
Il Milan spreca così l'ennesima occasione. La squadra non ha svoltato con Seedorf, è evidente. Le pecche difensive sono addirittura peggiorate e l'attacco non sfonda. Unica nota positiva, la maggiore motivazione dei giocatori. Tuttavia, nel calcio, contano anche i dettami tattici. Il buon Clarence, purtroppo, da questo punto di vista, ha ancora molto da apprendere. Naturale. Se si affida la panchina ad un tecnico senza alcuna esperienza, non ci si può aspettare altro. Complimenti alla proprietà per la “lungimiranza”.
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