Quagliariello a Bari, "Importanti le riforme, non chi le fa"
di Redazione - Disco verde, da parte del ministro per le Riforme Istituzionali Gaetano Quagliariello agli annunciati progetti di riforma istituzionale sul superamento del bicameralismo e la riforma del Titolo V della Carta Costituzionale. Lo ha dichiarato nell’ambito del convegno sulla legge elettorale promosso a Bari dall’Università Aldo Moro e dalla Fondazione Giuseppe Tatarella.
Quagliariello ha svolto l’intervento introduttivo dopo i saluti di Fabrizio Tatarella e del Magnifico Rettore dell’Ateneo barese Antonio Uricchio. “Vanno nella direzione di quel ‘compimento della Carta’ di cui parlava Meuccio Ruini già nel 1948” ha detto Quagliariello “Le riforme sono più importanti di chi le fa” ha proseguito il ministro, che ha fatto un rapido riassunto degli accadimenti seguiti alle elezioni politiche dello scorso anno, anche per difendere la figura e l’operato del presidente della Repubblica.
Sull’Italiacum, Quagliariello ha manifestato apprezzamento per un progetto che ha definito migliore dei tre inizialmente prospettati. Due i punti su cui il testo presentato è migliorabile: a giudizio di Quagliariello: il primo è la possibilità di scelta da parte del cittadino.
“Non sono un innamorato delle preferenze” ha detto il ministro “ma chi le considera un disvalore dovrebbe spiegare perché vadano bene per eleggere consiglieri comunali e regionali ed addirittura parlamentari europei e non per i parlamentari nazionali.” Il ministro ha detto che sul punto sarebbe necessario uno “sforzo di fantasia”, lasciando immaginare possibili soluzioni intermedie fra liste bloccate e voto di preferenza.
L’altro punto riguarda l’introduzione di una “soglia di resistenza” che metta al riparo il sistema dai possibili effetti paradossali della legge così com’è, che in linea teorica permetterebbero addirittura ad un singolo partito di avere il 100% dei seggi.
Quagliariello ha concluso il suo intervento con l’invito ad essere “più gramsciani che marxisti”, riprendendo la celebre metafora del combattimento “casamatta dopo casamatta”. Un modo per dire che il ministro (e il Nuovo Centro Destra) si impegneranno su possibili miglioramenti specifici, ma non si metteranno di traverso sulla strada delle riforme.
Quagliariello ha svolto l’intervento introduttivo dopo i saluti di Fabrizio Tatarella e del Magnifico Rettore dell’Ateneo barese Antonio Uricchio. “Vanno nella direzione di quel ‘compimento della Carta’ di cui parlava Meuccio Ruini già nel 1948” ha detto Quagliariello “Le riforme sono più importanti di chi le fa” ha proseguito il ministro, che ha fatto un rapido riassunto degli accadimenti seguiti alle elezioni politiche dello scorso anno, anche per difendere la figura e l’operato del presidente della Repubblica.
Sull’Italiacum, Quagliariello ha manifestato apprezzamento per un progetto che ha definito migliore dei tre inizialmente prospettati. Due i punti su cui il testo presentato è migliorabile: a giudizio di Quagliariello: il primo è la possibilità di scelta da parte del cittadino.
“Non sono un innamorato delle preferenze” ha detto il ministro “ma chi le considera un disvalore dovrebbe spiegare perché vadano bene per eleggere consiglieri comunali e regionali ed addirittura parlamentari europei e non per i parlamentari nazionali.” Il ministro ha detto che sul punto sarebbe necessario uno “sforzo di fantasia”, lasciando immaginare possibili soluzioni intermedie fra liste bloccate e voto di preferenza.
L’altro punto riguarda l’introduzione di una “soglia di resistenza” che metta al riparo il sistema dai possibili effetti paradossali della legge così com’è, che in linea teorica permetterebbero addirittura ad un singolo partito di avere il 100% dei seggi.
Quagliariello ha concluso il suo intervento con l’invito ad essere “più gramsciani che marxisti”, riprendendo la celebre metafora del combattimento “casamatta dopo casamatta”. Un modo per dire che il ministro (e il Nuovo Centro Destra) si impegneranno su possibili miglioramenti specifici, ma non si metteranno di traverso sulla strada delle riforme.
