La spending review di Cottarelli, cosa verrà tagliato

ROMA - Dai costi della politica alla Difesa, ai tagli ai beni e servizi agli stipendi dei dirigenti della pubblica amministrazione, fino alle pensioni. Sono queste le voci contenute nel Piano di tagli del commissario alla revisione della spesa pubblica, Carlo Cottarelli. 7 miliardi di possibili risparmi lordi già da quest'anno. Anche se lo stesso Cottarelli ha già precisato che entrando in vigore in corso d'anno il Piano potrà generare nel 2014 non più di 3 miliardi di euro.

È un elenco sterminato, di 33 voci, quello con cui il Commissario per la spending review si è presentato venerdì scorso a Palazzo Chigi per sottoporre al governo il suo Piano. 2,2 miliardi vengono recuperati dall'efficientamento diretto della pubblica amministrazione. Per il 2014, sono previsti 800 milioni da beni e servizi, 200 milioni dalla pubblicazione telematica degli appalti pubblici, 100 milioni dalla riduzione delle consulenze e delle auto blu, 500 milioni dal taglio dei dirigenti della pubblica amministrazione, 100 milioni dai corsi di formazione, altri 100 dall'illuminazione pubblica e 400 da "proposte varie" di gruppi ministeriali.

Dal ridimensionamento dei costi della politica (Comuni, Regioni e finanziamento ai partiti, oltre a organi costituzionali), Cottarelli punta ad ottenere 400 milioni quest'anno. Altri 200 milioni arriveranno invece dalle "riorganizzazioni": 100 milioni dalla riforma delle province e 100 anche dalle spese degli enti pubblici.

E 2 miliardi forse potrebbero essere 'incassati' dalla riduzione dei trasferimenti inefficienti: 1,4 miliardi dalla riorganizzazione dei trasferimenti statali e regionali alle imprese, 300 milioni dai trasferimenti alle ferrovie, 100 dalle partecipate locali del trasporto pubblico, 200 dai microstanziamenti vari. Ci sono poi 2,2 miliardi di spese settoriali, quelle in cui il commissario ha inserito anche le pensioni, oggetto di tensione con Renzi.

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