Paolo Virzì sul trono del Bifest. Camilleri, Pif e Turturro per l’ultimo “sipario”.

di Frédéric Pascali - Con la giornata di sabato si è conclusa quella che probabilmente è stata la migliore edizione del Bari International Film Festival.

La “lezione di cinema” mattutina con Andrea Camilleri ne è stata l’ennesima conferma, con tantissima gente che presidiava il Petruzzelli già da molte ore prima dell’inizio dell’incontro.

La situazione non è cambiata con la presenza di Pif (Pierfrancesco Diliberto), vincitore con “La mafia uccide solo d’estate” del premio per il miglior film nella sezione “Italia Film Fest/Opere prime o seconde”, nella stessa sezione il premio per la “miglior regia” è andato a Paolo Zucca per “L’arbitro”. Un entusiasmo confermato dalle cifre della manifestazione snocciolate nella consueta conferenza stampa di chiusura. Il Direttore artistico Felice Laudadio ha parlato di più di 70000 spettatori che hanno affollato tutti gli eventi in programma,ipotizzando, per la prossima edizione, il coinvolgimento, per far fronte alle tante richieste, di qualche altra multisala cittadina. Altresì non si è esclusa la possibilità di prolungare la durata stessa del Bifest, portandola  a due settimane, con la prima interamente dedicata alle rassegne celebrative.

Buoni propositi per un evento che è ormai diventato una specie di capostipite per l’intero polo culturale cittadino.
Dello stesso avviso si è dimostrato il pubblico che ha assistito alla serata finale, con una rinnovata standing ovation per Andrea Camilleri che ha ricevuto dalle mani di Nichi Vendola, il Presidente della Regione Puglia, il “Federico Fellini Platinum Award for Artistic Excellence” e la proclamazione dei vincitori  più attesi.

Per il concorso “Panorama Internazionale”, la giuria popolare, presieduta dall’ottimo Francesco Bruni, ha decretato la vittoria di “Tangerines”, del georgiano Zaza Urushadze,perché, recita una parte della motivazione, “il film ha il grandissimo pregio di saper raccontare, in maniera semplice ma raffinata, l’insensatezza della guerra, specie quando essa contrappone persone che hanno la stessa faccia, parlano la stessa lingua e faticano persino a riconoscersi come nemici”.

Un solo trionfatore, in pratica, anche nella sezione “ItaliaFilmFest/Lungometraggi” dove “Il capitale umano” di Paolo Virzì ha letteralmente sbancato vincendo 5 premi tra cui quello per il “miglior regista”. La giuria espressa dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani gli ha assegnato anche il premio per la “miglior sceneggiatura”, allo stesso Virzì,a Francesco Bruni e a Francesco Piccolo, il premio per il “miglior attore protagonista”, a Fabrizio Gifuni, il premio per la “migliore attrice non protagonista”, a Matilde Gioli e il premio per il “miglior montatore” a Cecilia Zanuso.

Degli “altri” da ricordare che il “miglior soggetto” è andato ad Antonio Morabito per “il venditore di medicine”, il “miglior produttore” a Gianluca Arcopinto per “L’amministratore” e per “La mia classe”, la “migliore attrice protagonista” a Valeria Golino per “Come il vento”, “il miglior attore non protagonista” a Carlo Buccirosso per “Song ‘e Napule”,le “migliori musiche” a Pivio e Aldo De Scalzi sempre per “Song ‘e Napule”,il “miglior direttore della fotografia” a Gherardo Gossi per “Come il vento”, il “miglior scenografo” a Giancarlo Basili per “l’intrepido” e, infine, “il miglior costumista” a Maria Rita Barbera per “Anni felici”.

Detto che giovedì sera la giuria presieduta da Achille Bonito Oliva aveva assegnato il premio come “miglior documentario” a “L’albero di Giuda” di Vito Cardaci,la conclusione è per la nuova pellicola di John Turturro che ha chiuso le “anteprime internazionali” e la festa finale del Petruzzelli. “Fading gigolò” (“Gigolò per caso”), non un capolavoro, ma una commedia brillante, con qualche caduta qua e là, animata da un Woody Allen in gran forma e da un’ironia a volte caustica ispirata da donne e tradizioni millenarie.

Per il Bifest l’arrivederci è al 21 marzo del 2015.

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