Renzi alza le quote rosa

di Marco Masciopinto - Alla fine l'accordo tra Matteo Renzi e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha sciolto tutte le riserve sui nomi dei manager che saranno chiamati a guidare i grandi gruppi di Stato.

Ieri il premier ha passato la domenica a Pontassieve: Renzi è stato in costante contatto con Padoan, appena rientrato dal suo viaggio a Washington per l’incontro con il Fondo monetario internazionale. Se all’Eni la successione di Claudio Descalzi, l’attuale capo del settore esplorazione del Cane a sei zampe è data per quasi fatta, all’Enel non tutto è definito.

Vige un fortissimo riserbo, ma da quello che trapela il candidato interno, l’attuale amministratore delegato della controllata Egp, Francesco Starace, sarebbe insidiato dal numero uno di Sorgenia (gruppo Cir) Andrea Mangoni. Ma il governo pensa ad una strategia diversa: ridurre un po’ gli stanziamenti - sbilanciati sull’Alta velocità - e puntare sul trasporto locale, in questi anni trascurati dai piani delle Fs. Moretti non fa i salti di gioia, ma non potrebbe dir di no alla promozione in una società quotata e nota nel mondo come Finmeccanica. Per la presidenza è possibile la riconferma di Gianni De Gennaro, ma anche in questo caso il condizionale è d’obbligo, perché se l’ex capo dei Servizi ha il pieno appoggio del Quirinale, non si può dire altrettanto di Renzi.

Le vere incognite sono le presidenze di Eni, Enel, Terna e Poste. Renzi vorrebbe nominare più donne, ma di manager competenti in quei settori non ce ne sono moltissime. Una delle ultime ipotesi per Eni è quella di Elisabetta Belloni, già apprezzata capo dell’unità di crisi della Farnesina. Si fa il nome di Patrizia Grieco per Terna, mentre Fulvio Conti spera di rimanere in Enel come presidente, ma utto dipenderà dalla decisione definita di Renzi: se deciderà di chiudere la partita per tutte e cinque le società insieme oppure se attendere le scadenze di legge.

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