La lotteria dei rigori premia il Siviglia: Benfica ancora una volta sconfitto in finale
di Andrea Stano - Il Siviglia batte il Benfica 4 a 2 (dcr) nella 43esima finale di Europa League, ex Coppa Uefa. Si conferma, dunque, la maledizione dei portoghesi che perdono l’ottava finale di fila in ambito internazionale, la seconda consecutiva in questa competizione (la scorsa stagione fu il Chelsea di Benitez a battere i lusitani). (Foto: Reuters)
Il Siviglia replica invece i successi del 2006 e del 2007 rispettivamente contro il Middlesbrough e l’Espanyol.
Si gioca a Torino, allo Juventus Stadium. E’ la nona finale europea che viene disputata in Italia, la prima per quanto concerne l’Europa League.
I giocatori del Benfica in campo col lutto al braccio per commemorare la leggenda Eusebio scomparso lo scorso gennaio.
Arbitra il tedesco Felix Brych. La sua non sarà una prestazione memorabile.
Partita tattica, decisamente scorbutica. Le squadre, compassate, lottano alacremente in mezzo al campo ricorrendo spesso a falli che rallentano inevitabilmente il gioco. L’arbitro, poi, concede sconti molto raramente.
Solo nell’ultimo scorcio dei primi 45 minuti il match si vivacizza, col portiere Beto attento e reattivo prima sull’imbucata di Maxi Pereira e dopo sulla conclusione dal limite di Rodrigo. Due improvvise fiammate dei portoghesi, utili per interrompere la sequenza di sbadigli.
Da registrare, per dovere di cronaca, due occasioni, anche se è un eufemismo definirle tali, per parte al 14esimo e al 35esimo, tra i piedi di Garay, in mischia in area di rigore spagnola, e del colombiano Bacca che rivendica anche un calcio di rigore. Lo stesso lo farà Gaitan al termine del primo tempo che si conclude sullo 0 a 0.
Clamoroso a inizio ripresa: gran numero di Maxi Pereira che salta un impacciato Moreno, palla lunga per Lima che batte Beto ma il centrale Pareja salva miracolosamente sulla linea; l’azione persiste forsennatamente e nuovamente Pereira serve in mezzo Rodrigo ma ancora Pareja, monumentale, in spaccata salva il risultato sulla conclusione a botta sicura dell’attaccante brasiliano naturalizzato spagnolo.
Sul versante opposto Luisao in scivolata infastidisce Reyes che calcia maldestramente fuori. Ora si che è una bella partita.
Il Benfica è un’onda anomala e sciupa moltissimo, ma quanto rischia sulle ripartenze avversarie. Squadre improvvisamente lunghissime, ne beneficia lo spettacolo in campo (finalmente).
Nessuno ha più paura ormai e Reyes al 61esimo sfiora il vantaggio col piattone destro, troppo centrale per impensierire Oblak mentre l’arbitro Brych nega un calcio di rigore solare a Lima platealmente steso in area da Moreno.
Lo stesso Lima, servito dal solito Pereira, tra i migliori assieme a Rakitic (che meriterebbe una piazza migliore di quella di Siviglia), spreca l’ennesima opportunità al 71’ facendosi anticipare dal marcatore. Troppe palle gol non sfruttate dai lusitani; si aggiungono quelle di Garay (addirittura due, l’ultima allo scadere) e ancora di Lima.
Niente da fare, squadre costrette ai supplementari.
L’emozione più forte in questi ultimi scampoli di gara la regala il Siviglia al decimo della prima frazione: invenzione da brividi di Rakitic che apparecchia per Bacca in volata ma l’attaccante, vis a vis con Oblak, spara una cannonata d’esterno che lambisce il palo.
Si gioca fino al 122’, poi i calci di rigore.
Cardozo e Rodrigo si fanno ipnotizzare da Beto e Gameiro segna il penalty decisivo che assegna al Siviglia la sua terza Europa League, raggiungendo nell’albo d’oro Inter, Juventus e Liverpool.
La maledizione del Benfica, invece, continua. La squadra di Jorge Jesus ha giocato meglio ma ha anche sprecato tantissimo e nel calcio, si sa, gli errori si pagano a caro prezzo.
Nell’occasione l’host broadcaster designato alla produzione dell’evento era Mediaset che ha garantito una copertura impeccabile: ben 37 telecamere tra le quali l’ormai immancabile spydercam, 4 supermotion, un elicotteri e 2 hypermotion.
Il Siviglia replica invece i successi del 2006 e del 2007 rispettivamente contro il Middlesbrough e l’Espanyol.
Si gioca a Torino, allo Juventus Stadium. E’ la nona finale europea che viene disputata in Italia, la prima per quanto concerne l’Europa League.
I giocatori del Benfica in campo col lutto al braccio per commemorare la leggenda Eusebio scomparso lo scorso gennaio.
Arbitra il tedesco Felix Brych. La sua non sarà una prestazione memorabile.
Partita tattica, decisamente scorbutica. Le squadre, compassate, lottano alacremente in mezzo al campo ricorrendo spesso a falli che rallentano inevitabilmente il gioco. L’arbitro, poi, concede sconti molto raramente.
Solo nell’ultimo scorcio dei primi 45 minuti il match si vivacizza, col portiere Beto attento e reattivo prima sull’imbucata di Maxi Pereira e dopo sulla conclusione dal limite di Rodrigo. Due improvvise fiammate dei portoghesi, utili per interrompere la sequenza di sbadigli.
Da registrare, per dovere di cronaca, due occasioni, anche se è un eufemismo definirle tali, per parte al 14esimo e al 35esimo, tra i piedi di Garay, in mischia in area di rigore spagnola, e del colombiano Bacca che rivendica anche un calcio di rigore. Lo stesso lo farà Gaitan al termine del primo tempo che si conclude sullo 0 a 0.
Clamoroso a inizio ripresa: gran numero di Maxi Pereira che salta un impacciato Moreno, palla lunga per Lima che batte Beto ma il centrale Pareja salva miracolosamente sulla linea; l’azione persiste forsennatamente e nuovamente Pereira serve in mezzo Rodrigo ma ancora Pareja, monumentale, in spaccata salva il risultato sulla conclusione a botta sicura dell’attaccante brasiliano naturalizzato spagnolo.
Sul versante opposto Luisao in scivolata infastidisce Reyes che calcia maldestramente fuori. Ora si che è una bella partita.
Il Benfica è un’onda anomala e sciupa moltissimo, ma quanto rischia sulle ripartenze avversarie. Squadre improvvisamente lunghissime, ne beneficia lo spettacolo in campo (finalmente).
Nessuno ha più paura ormai e Reyes al 61esimo sfiora il vantaggio col piattone destro, troppo centrale per impensierire Oblak mentre l’arbitro Brych nega un calcio di rigore solare a Lima platealmente steso in area da Moreno.
Lo stesso Lima, servito dal solito Pereira, tra i migliori assieme a Rakitic (che meriterebbe una piazza migliore di quella di Siviglia), spreca l’ennesima opportunità al 71’ facendosi anticipare dal marcatore. Troppe palle gol non sfruttate dai lusitani; si aggiungono quelle di Garay (addirittura due, l’ultima allo scadere) e ancora di Lima.
Niente da fare, squadre costrette ai supplementari.
L’emozione più forte in questi ultimi scampoli di gara la regala il Siviglia al decimo della prima frazione: invenzione da brividi di Rakitic che apparecchia per Bacca in volata ma l’attaccante, vis a vis con Oblak, spara una cannonata d’esterno che lambisce il palo.
Si gioca fino al 122’, poi i calci di rigore.
Cardozo e Rodrigo si fanno ipnotizzare da Beto e Gameiro segna il penalty decisivo che assegna al Siviglia la sua terza Europa League, raggiungendo nell’albo d’oro Inter, Juventus e Liverpool.
La maledizione del Benfica, invece, continua. La squadra di Jorge Jesus ha giocato meglio ma ha anche sprecato tantissimo e nel calcio, si sa, gli errori si pagano a caro prezzo.
Nell’occasione l’host broadcaster designato alla produzione dell’evento era Mediaset che ha garantito una copertura impeccabile: ben 37 telecamere tra le quali l’ormai immancabile spydercam, 4 supermotion, un elicotteri e 2 hypermotion.
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