Corigliano, "Acqua: vita, morte o miracolo": convegno

CORIGLIANO D'OTRANTO (Le) - Esprimiamo il massimo sconcerto - scrive in una nota Forum Ambiente e Saluto di Maglie - per gli ultimi comportamenti dell'amministrazione regionale in merito allo scandalo della costruenda discarica per rifiuti sulla falda, ricca di acqua potabile esattamente nei luoghi, in feudo del comune di Corigliano d'Otranto (Le), nei quali l'Acquedotto Pugliese attinge la maggior parte dell'acqua, che eroga nelle case di tutti i cittadini del territorio salentino; per di più su suoli carsici a calcari altamente perforati e dunque iper-permeabili, ad altissima criticità di inquinamento delle falde poste lì a pochissimi metri nel sottosuolo.

Nonostante l'evidenza, alla luce del Sole, dell'errore madornale compiuto nell'avallare irresponsabilmente, da parte di questa amministrazione regionale, folli scelte amministrative precedenti che autorizzavano proprio lì la costruzione di questa mega-discarica, denunciamo che, anziché procedere d'urgenza nel verso della sua totale chiusura ed interdizione all'uso, taluni stanno tentando, in maniera mistificatoria, di permettere sempre e comunque l'entrata in esercizio dell'infrastruttura. Se prima, di fronte alle prime giuste proteste dei cittadini, si è tentato di affermare che il rifiuto portato sarebbe stato del “biostabilizzato maturo”, oggi, dopo che i cittadini hanno ben compreso il grado mistificatorio di quella terminologia adottata alla bisogna, dobbiamo assistere in maniera sempre più disdicevole al ricorso, da parte dei medesimi quadri tecnici e politici, all'uso di un altro termine forviante: “RE.MAT.”. Non mettiamo in dubbio che “biostabilizzato maturo” e “Re.Mat.” siano neologismi caricati di precisi significati tra loro anche differenti, ma la vera sostanza che questi tecnicismi inseguono nell'attuale uso regionale è quella di nascondere l'incelabile: si tratta sempre e comunque di RIFIUTI che lì si vorrebbero poter sversare e, quindi, nei fatti occultare sulla falda potabile e ipervulnerabile".

E così prosegue "DENUNCIAMO l'attuale trovata dialettica, di certa sgradevole politica dell'inganno pubblico, che oggi vuole far passare il concetto forviante e strumentale: “oramai la discarica esiste, c'è il buco, e non può rimanere tale, pertanto, deve essere colmato sempre e comunque di rifiuti”(??). Cui si aggiunge anche chi tenta di dire: “magari, sversiamoci, se non proprio RSU-Rifiuti Solidi Urbani, (solitamente più tendenti alla produzione di nocivo percolato liquido), rifiuti inerti”. Facciamo pertanto notare a chi per “interesse” non ha occhi per vedere, che accanto al 'buco' della discarica si innalza una neo-montagna di pietra e terra, che costituiscono esse stesse degli inerti, che sono stati asportati da un suolo precedentemente pianeggiante per lo scavo della fossa della nuova discarica lì, fino a pochi mesi fa, del tutto assente. Premesso che chiediamo di indagare se tutta la terra asportata per lo scavo sia ancora lì accanto depositata, e non sia, invece, diventata, per lo meno in parte, mezzo di lucro per la realizzazione di eventuali altre infrastrutture (nuove maxi strade, produzione di cemento, etc.), affermiamo che proprio con l'uso di quel “rifiuto inerte”: la terra e la roccia asportata, quella meschina ferita al territorio deve essere al più presto colmata!

Affermiamo, pertanto, che gli organi regionali e tutti gli altri enti chiamati in causa, (Regione Puglia, ARPA Agenzia Regionale per la Prevenzione e l’ Ambiente, Magistratura, Acquedotto Pugliese, Autorità di Bacino, ecc.), devono attivarsi al più presto per l'avvio del progetto, ormai inderogabile, di risanamento del luogo".

Per l'associazione ambientalista salentina "devono essere asportati i rifiuti plastici, già lì deposti, in termini di teloni e tubazioni, decementificato il sito con asporto delle paratie e strati cementizi ubicati nei recenti, inutili e dannosi lavori. Non deve, quindi ripetersi la mistificazione cui già si è assistito per la vecchia discarica di Corigliano d'Otranto, per la quale si è parlato di bonifica attraverso un progetto a fondi pubblici iper-costoso, per, poi, scoprire che i rifiuti sono stati lì tutti lasciati e si è proceduto alla “cappatura” degli stessi con teloni plastici e altri materiali, pertanto, inganno e beffa, apportando, così persino più rifiuti a quelli inizialmente presenti! Una prima mistificazione, quella, anch'essa, che qui denunciamo, richiedendo bonifiche serie con asporto di tutti i rifiuti lì presenti e dei materiali pericolosi e, persino, ignoti, ad oggi, che la compongono, e su cui siamo certi la Magistratura sta già avviando perizie e approfondimenti nella più vasta inchiesta che riguarda l'uso criminale del territorio salentino quale sito di occultamento di rifiuti pericolosi di varia natura.
Alla urgentissima decementificazione/bonifica rappresentata dal buco della nuova discarica di Corigliano chiediamo di associare un immediato progetto di rinaturalizzazione con creazione di un parco verde in quelle stesse precise aree, con rapido abbattimento dell'orrendo offensivo muraglione di cemento che trasforma in una terra da lager il paradiso che era e che deve tornare ad essere il paesaggio di Corigliano e che si ammira dalla sua serra e dalla vicina antica e fortificata Torre Cumirri".

Forum Ambiente e Salute così conclude: "Si tratta di provvedimenti ovvi e inderogabili; agire da parte di tutti gli amministratori regionali ed enti responsabili nella direzione sopra indicata per il Bene di tutti, al più presto, permetterà di scongiurare il perpetrasi di una condotta immorale, irresponsabile, speculativa e dannosa, altamente criminosa consistente, non solo nell'evidente danneggiamento del paesaggio, ma anche in procedure che stanno mettendo in atto la realizzazione di una 'bomba ecologica' che, se non oggi, con certezza domani, avvelenerebbe una risorsa di importanza strategica per il territorio, un Bene incommensurabile: la qualità dell'acqua potabile di falda, l'unica vera grande fonte di acqua dolce del territorio salentino; un crimine ai danni della Salute Pubblica che, montagne di scartoffie, faldoni di “rifiuti burocratici”, sotto cui si cerca di rimandare l'evidenza del palese danno odierno, non possono cancellare, come non possono smemorizzare l'elenco dei nomi dei responsabili, che a quel punto non si avrebbe difficoltà a individuare, cui si dovrebbe poi imputare un tale incommensurabile eccidio del territorio!".

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