Giaccari/Franky superstar: “Don’t You Wait For Me” hit in Australia

di Francesco Greco. SYDNEY – “Red carpet? Il più bello che conosco e amo è il rosso della mia terra…”. C’è una dichiarazione d’amore più tenera, commovente, struggente per la propria terra, quella che ti ha dato tutto ciò che hai e che ha deciso quel che sei? Col latte succhiato al seno della madre, il sangue potente degli antenati, le albe fra gli ulivi e i tramonti sul mare che plasmano il tuo dna, facendolo unico? Francesca Giaccari ormai ha il passo della star. In Australia è famosissima, le hanno dato persino un nome d’arte: Franky (ecco il suo Fanclub ufficiale per seguire tutti gli aggiornamenti: https://www.facebook.com/pages/Francesca-Giaccari-Fanclub-ufficiale/142007649179380?ref=br_rs).

Piace la sua musica pregna di pathos, di passione, di possente energia primordiale e magnetismo: la stessa di Terra d’Otranto, la sua patria antica, scrigno colmo di tesori, bellezza, poesia. E’ passato quasi un anno da quando lasciò Galatina (cara alle dea Athena), nota al mondo per la chiesetta sconsacrata di San Paolo (dove per secoli le tarantate si sono date convegno da tutto il Sud) e la Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, gioiello dell’umanità, con gli affreschi bizantini così belli da stordire: da sindrome di Stendhal.

Aveva in tasca il ticket per Sydney. L’estate 2013 scolorava languida nell’autunno, salutò gli amici con un ultimo, memorabile concerto spruzzato di blues in un locale di Aradeo, buttò nel trolley i jeans e i sogni e con l’amore per la musica a scaldarle il cuore, partì. Un anno vissuto intensamente, con tutte le sue energie, la forza dilatata in mille prismi, una luce che arde dentro: come sanno fare solo le donne del Sud. Pare passato un secolo. Ne sono successe di cose nella sua “avventura australiana”. Riconosce: “L’Australia mi ha dato tutta l’energia che cercavo: ho scoperto in me la donna che sapevo c’era…” (sul suo instagram le foto dell’avventura australiana: http://instagram.com/francescagiaccari)

Non è stato facile per una ragazza sola, bella (soprattutto dentro), solare, un po’ ingenua, lontana 17mila km. dall’Italia, con un po’ di inglese sulla pelle (“Ora l’ho imparato lavorando la terra: chi l’avrebbe mai detto che dovevo venire in Australia per scoprirmi ‘furesa’ (contadina)?”). Vera, istintiva, sola con la sua indomabile forza di volontà: voleva farcela (“Ognuno osa i suoi orizzonti”), dimostrare a se stessa, a chi la ama, crede in lei da sempre la sua dimensione artistica. E ce l’ha fatta. Ha vinto la tenacia, la passione, l’ostinazione, lo spirito di sacrificio, ma soprattutto l’amore per la musica che sin da bambina si porta nell’anima.
Ha passato giorni duri. S’è sentita perduta, avvolta in una solitudine leopardiana, ai confini delle galassie, l’Universo, con gli echi insonni del suo cuore e solo la chitarra a farle compagnia, a cogliere la musica segreta degli spazi siderali. Certe sere tristi, amare, le lacrime hanno bagnato il sogno, le ore sull’orologio. Con gli stranieri il governo australiano è rigoroso: ottenere il “visto” è difficile. Per averlo Francesca fa la contadina da 3 mesi, sveglia all’alba, lunghe giornate di fatica. Il ricordo è ispido: “Ho lavorato duramente come mai avevo fatto in vita mia. 8 ore al giorno, per avere il secondo visto e poter tornare (a novembre, altri 4 mesi) a completare il mio lavoro nella musica. 88 giorni in una fattoria, il primo paese a 12 km., e non c’erano autobus. Lontana dall’Italia, in una stanzetta, in aperta campagna, con la connessione internet precaria, sola con la mia chitarra: esperienza molto forte per la mia coscienza. Ma sono felice di servire persone per bene, rispettose. Senza paga. Solo vitto e alloggio. Raccolgo l’uva, poto le viti, champagne, ordino i tronchi degli alberi, brucio i resti. E poi passo il trattore, metto a dimora coltivazioni, sistemo giardini. Sveglia alle 6.30. Tutto per amore della musica. Ma sentivo che dovevo farlo e dico la verità: era la cosa più bella che mi potesse capitare. Sono diventata forte, i muscoli delle braccia si forgiavano insieme a quelli della mia anima e nonostante abbia passato crisi interiori, perché ero sola con me stessa, nessuno con cui sfogarmi, in italiano o magari salentino, parlavo con me stessa, ascoltavo il rumore degli alberi, contemplavo la natura, meditavo, pregavo moltissimo. Ho pianto tanto, poi, mentre le mie mani erano nella terra, le mie lacrime diventavano diamanti che mi facevano capire quanto era importante quel che stavo vivendo, di come si stava espandendo e crescendo la mia coscienza. Perché l’ho fatto? Volevo mettere alla prova questo coraggio nel vivere il dono della vita, servendo altre persone in modo umile e rispettoso. Ora sono fiera di me e ringrazio Dio per la forza che mi dà ogni giorno. L’Universo mi sorride…”. (sul blog riecheggia la poesia della sua Anima: www.francescagiaccari.blogspot.com)

Ma se la vita è un gioco di incontri che ci segnano in profondità, forse scritti dalla mano capricciosa del Fato, quello fortunato della diva del pop è stato con Billy Lofton, figlio d’arte: è nipote di Aretha Franklin, un classico. E’ nata così un’importante produzione e a giugno è uscito “Don’t You Wait For Me” (Non mi aspettare più), contaminata di blues e soul: subito una hit in Australia (22 milioni di abitanti, il 4,5% italiani), con altri due singoli di pop dance (fra cui “Tris Exed”, remixato a Londra, primi nella hit di Reverbnation (il sito per ascoltarli: http://www.reverbnation.com/frankygiaccari) grazie anche ai passaggi e l’intervista di 30 minuti a SBS (http://www.sbs.com.au/yourlanguage/italian/highlight/page/id/344368/t/Call-me-Franky) e per Radio Italia Australia (https://www.youtube.com/watch?v=b4PjiQgGx04&list=UURnwx6lBxceO9BowM7ZaOXA). Suo il testo, italiano e spagnolo. Di Lofton la versione inglese.

Nel primo video della sua carriera, Franky è sensualissima e magica, intensa, carismatica e cool. Voce hot, graffiante, pastosa (qui il video https://www.youtube.com/watch?v=SpzrDGaDOGQ). “Easy listening” (ascolto facile) dice la critica, che fa raffronti audaci: Donna Summer, Diana Ross, Withney Houston… “Non vedo l’ora di tornare dove sono nata - confida sorridendo da Skype: lo sguardo si riempie di luce - e col mio cambiamento interiore far fruttare questo seme che sento di avere dentro. Però, quanti regali dall’Universo…”. (https://twitter.com/MISS_GIACCARI il suo twitter in continuo aggiornamento).

Bellezza mediterranea come Athena, ha in tasca il biglietto per Roma. Ancora qualche giorno alla fattoria dello champagne e poi tornerà nella sua terra rossa, ombrosa di ulivi e vigne di malvasia, popolata da sirene, satiri, baccanti, briganti e brigantesse, folletti, coccinelle, gechi, più ricca dentro, forte, sicura: la crisalide è diventata una bellissima farfalla e vola leggera come una vela gonfia di vento umido di sale che le scompiglia i capelli. Top secret la data: “Sarà una sorpresa per tutti…”, sorride la sfinge. Da sempre il mistero si addice alle dive. Che la festa cominci… (www.francescagiaccari.com).



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