Lavoratori e imprenditori in marcia contro la crisi: in corso la manifestazione organizzata da Confindustria Taranto

di Mauro Guitto - Ieri quasi in extremis il Questore della Provincia di Taranto ha notificato al Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti il provvedimento di divieto di manifestare nello stesso giorno e nella stessa ora del corteo di Confindustria per motivi di ordine, sicurezza e della incolumità pubblica e in mancanza del rituale preavviso. Il Comitato, che inizialmente aveva annunciato la partecipazione al corteo di oggi, ha preso atto del no della Questura e ha dovuto fare marcia indietro invitando tutti, nella stessa serata di ieri, a non presentarsi alla manifestazione odierna. Questa mattina intorno alle 9 il corteo è partito dal Porto Mercantile di Taranto e sta attraversando la città per poi riunirsi davanti alla sede della Prefettura. I numerosi manifestanti che, mentre scriviamo, marciano nei pressi del Ponte di Pietra in direzione Centro, chiedono che vengano presi seri provvedimenti tesi a evitare la desertificazione industriale, chiedono lo sblocco di Tempa Rossa che porterebbe, a loro dire, più lavoro e più sviluppo per l’economia tarantina ormai al collasso. Temono l’aggravarsi della crisi occupazionale provocata dal blocco dei progetti di sviluppo industriale (bloccati, dicono, dai no a prescindere dei cittadini e degli ambientalisti che contestano e protestano contro l’avvio di progetti rischiosi per la salute e per l’ambiente) e dalla mancanza di prospettive concrete.
La manifestazione prosegue evidenziando ancora di più il contrasto tra la necessità di sviluppo e lavoro a Taranto e la necessità di salvaguardare la salute e l’ambiente. Ieri i Liberi e Pensanti ribadivano il “Sì ai diritti, No ai ricatti” e oggi il corteo invia un messaggio altrettanto chiaro “Una città che non produce è una città che muore”. Bisognerebbe tuttavia ricordare a chi protesta oggi che una città deve sì produrre ma senza causare malattie e morte. E siccome è ormai palese che non si può produrre acciaio in un impianto stravecchio e mal funzionante senza inquinare e senza bonificare nulla (e quindi uccidere) e siccome non si può aumentare il traffico di petrolio nei mari di Taranto senza un minimo e inevitabile impatto ambientale e siccome non si può occupare il Porto di Taranto per fini quasi prettamente industriali impedendo la predisposizione e l’avvio di progetti di sviluppo alternativi come il turismo su un porto occupato da “manovre” sempre e solo industriali, si è quindi sempre di fronte allo stesso ricatto occupazionale “Lavoro o salute?”… e Confindustria (con i partecipanti al corteo di oggi) ha già chiaramente “scelto” il lavoro e non la salute. Foto (VIM).

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