Gravina in Puglia, quantificata la spesa: servono 450mila euro per il restauro delle pitture murali di San Vito Vecchio

di Giuseppe Massari - Pubblichiamo parte della relazione, redatta dal restauratore Ottorino Nonfarmale, di Bologna, e il preventivo sul possibile restauro degli affreschi, o pitture murali, della cripta di san Vito Vecchio. “Gravina in Puglia – Proposta per possibile intervento sui dipinti murali provenienti da San Vito Vecchio. Questi staccati dal muro, messi su nuovi supporti di legno e rimontati in una sala a piano terra del Museo Pomarici Santomasi. Su gentile richiesta del Sig. Giuseppe Massari di Gravina, il 16 luglio 2014, ci siamo recati, il Prof. Luca Ciancabilla, Giovanni Giannelli (mio socio) ed io, per vedere e constatare sul posto con cognizione tecnica, i locali e i dipinti sopracitati esposti nel Museo della Fondazione Ettore Pomarici Santomasi.

Purtroppo, solo da quello che riesco a trovare e leggere da frammenti di semplici relazioni pervenutemi e tentare ipoteticamente di ricostruire una documentazione tecnica sull'intervento, riesco solo ad immaginare, ricostruendo da frammenti di relazioni di lavori eseguiti su monumenti rupestri. Interpretandone le difficoltà che erano sopravvenute su interventi di altri cantieri di dipinti murali pugliesi allora in corso. Però, un vero e proprio dettagliato intervento sulla cripta di San Vito Vecchio non lo si trova. Per ora (almeno a me non è ancora giunto). Ora, qui, le poche note giuntemi sui dipinti di Gravina servono per poter immaginare e valutare l'origine di queste alterazioni del presente degrado che sono abbastanza evidenti su tutta la superficie e in zone molto concentrate. Queste alterazioni si presentano molto evidenti specialmente nella loro alterazione e modificazione. Non credo sia il caso di dare colpe a nessuno perchè, in quel periodo, chi tanto chi meno, abbiamo sperimentato cose nuove e ripreso vecchie proposte di metodologie e non tutto è andato a buon fine. Qui il risultato lo possiamo vedere e costatare e se è possibile rimediare tenendo presente di non ripetere gli errori. Qui a Gravina la situazione sbagliata, a mio parere, è stata la scelta dell'ambiente che, a quanto pare dalle relazioni che ho potuto leggere, è stata decisa in ultimo, dopo molte altre proposte e non so perchè poi scartate. Qui a Gravina il Museo è stato scelto forse perchè era il più comodo? A mio parere, l'ambiente non è stato studiato abbastanza per poterne decidere correttamente la ricollocazione.

Sarebbe stato necessario valutare le condizioni ambientali, come risanarlo e come mantenere idoneo il contenitore per questo immenso patrimonio risanato. Noi abbiamo fatto solo un passaggio veloce per capire le cose urgenti da fare per spiegare la situazione però, anche se vi è stata una entrata di acqua, non è questo che ha reso inospitale l'ambiente. Per prima cosa, non è stato valutato quanto avviene in una zona ove all'esterno la “calura” è per molti giorni molto elevata. L'interno è abbastanza freddo e nei giorni caldi la condensa che si forma all'interno di questo ambiente è altissima. Per valutarne questa situazione basta recarsi sul posto in piena estate e entrare nella sala ove sono i dipinti. Noi abbiamo fatto un rilievo e all'interno, dove si respirava malissimo tanta era l'umidità perchè l'igrometro segnava a valutazione eseguita l'80% U.R. La visione con un piccolo apparecchio U.V. evidenzia, oltre che alla presenza a occhio nudo, tutti gli interventi di restauro pittorico eseguiti sulle giunte dei tagli, questi eseguiti in sito per facilitare lo stacco a massello. E' evidente che è questa enorme condensa che aumenta la tonalità nelle zone di restauro pittorico eseguito a tempera e di aumentare questo tono per l'assorbimento dell'umidità presente. L'aerazione del locale, con una sola finestrella dietro alla cripta a mio parere è poca o nulla, però non credo che in questo ambiente una ventilazione forzata basti.

Se nel momento del riaggancio dei dipinti alla struttura in legno è stato adoperato gesso e cemento, come si nota l'uso in quel periodo, vedremo poi nel ritorno sul posto e se ci riesce di avere qualche documento sui materiali senza aver bisogno di bucare la struttura che posso assicurarvi che in basso vi sono scoppiature e uscite di nitrati che, se i materiali qui appena accennati sono stati adoperati per la costruzione del supporto, questi materiali in questo ambiente aumenteranno il degrado con una certa e continua progressione. A mio parere penso che sarà necessario ripetere tutta l'operazione, cambiare i supporti e solo costruendo nuove controforme e risanare completamente l'ambiente, sarà possibile recuperare questo straordinario e unico complesso pittorico. Salvandolo e darlo intatto ai posteri. Se non troveremo un rapporto che ci confermi i materiali usati per lo stacco a massello (quelle foto che si vedono nella relazione non sono state eseguite nel momento esatto della lavorazione ma solo per eseguire foto da pubblicare), se non troveremo dati di materiali usati, saremo costretti ad eseguire tutte le analisi. Io consiglio che per avere un perfetto recupero di questa straordinaria opera muraria, sarà necessario rifare come sopra detto le operazioni tutte da capo. Cioè rifissare la pittura sul fronte con cotonina, colla o resina (questo da decidere dopo le analisi). Smontare tutti i pezzi. Ricostruire la controforma esatta della cripta e delle pareti, da qui eseguire la completa controforma per la base della ricostruzione.

Portare tutti i pezzi imballati in laboratorio a San Lazzaro di Savena (BO), dove sarà rieseguita tutta l'operazione ove questa sta “scoppiando”, eliminare vecchi restauri, rimettere tutto sulla controforma, rivedere tutte le operazioni di rivoltaggio, nuovo supporto a contatto e nuovo supporto adoperando anche strutture in carbonio. Rifare poi tutte le stuccature ove sono state sezionate in passato, completamento del nuovo restauro pittorico. Nell'occasione vedere come rendere l'ambiente adattato al risanamento ambientale o scegliere un nuovo ambiente più areato e sano.

Tutta la struttura interna, affresco e neutro, ma sempre tutto su nuovo supporto, è valutabile in mq.150. La richiesta ipotetica è di € 3.000,00.= al mq. X mq. 150 per un totale di 450.000,00 euro”. Sulla base di questa richiesta, di questo calcolo molto inatteso, al di là di ogni ottimistica previsione, c’è da capire chi può disporre, tra gli enti preposti, di una simile somma per evitare che questo capolavoro artistico sparisca o vada perso. Non è facile, certo. Ma è un lusso che la città di Gravina non può permettersi e nessuno di quelli che contano possono o potranno e dovranno consentire. Prossimi e nuovi aggiornamenti saranno portati a conoscenza. Si spera quanto prima ma, soprattutto, di carattere e di ordine positivo. Se, invece, gli sviluppi saranno negativi, non esiteremo a denunciarli, accusando tutti coloro che si macchieranno di questo odioso crimine, chiamandoli, per nome, alle loro responsabilità morali, materiali, civiche e storiche.






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