Cavallari: la Cassazione, 'non ci fu associazione mafiosa'

BARI - L'ex Re della sanità privata, Francesco Cavallari, non può essere ritenuto l'unico componente di un clan mafioso nel quale gli altri partecipi sono stati tutti assolti.

A stabilirlo la Cassazione nelle motivazioni della sentenza del 6 maggio con la quale ha annullato con rinvio la decisione della Corte d'appello di Lecce che aveva respinto la richiesta di Cavallari di revisione della sentenza del patteggiamento per mafia.

L'imprenditore ora punta ad ottenere la restituzione del patrimonio di 350 miliardi di lire.

I Supremi giudici hanno stabilito che dell’istanza di revisione di Cavallari (che riguarda il solo reato di associazione mafiosa) dovrà occuparsi una nuova sezione della Corte d’appello di Lecce.

"E' fin troppo ovvio ricordare – scrive la Cassazione – che il delitto di cui all’art.416 bis Codice penale (associazione mafiosa, ndr), per il quale il ricorrente ha patteggiato la pena, può configurarsi solo nel caso in cui 'tre o più personè si associno tra loro per le finalità indicate dalla suddetta norma. Pertanto, non vi è dubbio che, nel caso come quello di specie, in cui siano stati assolti, in distinto procedimento (con rito ordinario, ndr), tutti gli altri 31 'associatì, il contrasto non possa dirsi 'valutativò, poichè esso attiene al fatto così come descritto nella norma incriminatrice, non potendo ovviamente sussistere un’associazione per delinquere composta da un solo associato".

1 Commenti

  1. Che vergogna..han distrutto un azienda che dava lavoro a 3000 persone + l'indotto! Grazie sig. magistrato Alberto Maritati, attuale senatore PD promosso all'epoca dei fatti a viceministro per i meriti acquisiti da questa operazione...che dopo 20 anni presenta alla società civile il ..conto..salato da pagare!

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