Bari senza coraggio sbranato dai lupi. E il presidente accusa: intollerabile l'ambiente nei nostri confronti

di Francesco D'Agostino - Squadra senza identità di gioco. Arriva la prima sconfitta dopo tre risultati utili che avevano avvicinato i biancorossi alla zona playoff, ora distante a ben 6 punti. L'Avellino, entrato in campo con la rabbia in corpo, è riuscito a vendicare il 4-2 del girone di andata con una prestazione superba.

Discutibili le scelte di Nicola in una partita dai toni così agonistici. La scelta nel rinunciare a gente tosta fisicamente come Romizi, Defendi e lo stesso Caputo ha penalizzato probabilmente i calciatori scesi in campo. Tranne qualche eccezione (Ebagua ad esempio) i biancorossi non hanno giocato aggredendo negli spazi i propri avversari: la cosa più ovvia da fare.
Emblematica l'azione che ha portato in vantaggio gli irpini. Il calcio piazzato di Zito che arriva dritto verso Guarna, il quale smanaccia verso D'Angelo abile ad insaccare in rete. Nella ripresa si intravede una reazione, nata dai piedi di Donati e dalle verticalizzazioni di Ebagua che trova però una gran risposta in Frattali. Nel finale i lupi fissano il risultato sul 2-0 con una conclusione di Trotta che fulmina Guarna e semina la marcatura di Rinaudo.

POCA CATTIVERIA Se volessimo analizzare la partita in poche battute diremmo che c'è stata poca fame agonistica da parte dei calciatori di Nicola, svantaggiati dalle scelte in partenza del proprio mister. Nei fatti la gara del Partenio è stata persa a centrocampo, dove la pochezza di Bellomo ha reso possibile agli irpini di condurre la gara. In difesa non è andata poi così tanto bene, con Calderoni e Salviato che sulle fasce premevano la manovra offensiva permettendo di scendere lungo la fascia agli esterni biancoverdi.
Un Bari assente anche lì davanti. De Luca pare abbia risparmiato i 13 euro per assistere alla gara, Boateng ha inciso con qualche pallone recuperato dietro il cerchio di centrocampo. L'unico che si è fatto sentire, nella seconda ripresa, è appunto Ebagua che avrebbe dovuto metterci più cattiveria palla al piede. Ma almeno ci ha provato.

CLIMA INCANDESCENTE  La partita, come era scontato, è stato un crescendo di provocazioni minuto dopo minuto. Prima Zito lancia nel prepartita una borraccia a Sabelli e sfiora la rissa in campo. Si passa alla partita e, dopo la rete di Trotta, Zito e compagni simulano il trenino del Bari di Materazzi sotto la propria curva. Sugli spalti intanto, dopo cori di offesa verso i baresi, si erge uno striscione dal titolo: Seguaci della Snai. Anche in tribuna Paparesta ha dovuto assistere ad alcuni maltrattamenti (sputi, spintoni e lancio di monetine). Tutti questi fatti evidenziano come la gara col Bari era profondamente sentita in irpinia e si è cercato in settimana di caricare l'ambiente, mettendo paura ai propri avversari.