Intervista ad Ilaria Spada: «Con mio figlio cercherò di essere una madre meno ingombrante possibile»

di NICOLA RICCHITELLI – Dopo averla apprezzata nella fiction “La dama velata” ecco che la rivediamo al cinema in questi giorni nella commedia “Se Dio Vuole” – regia di Edoardo Falcone, con Alessandro Gasmann e Marco Giallini – nel ruolo di Bianca: «C’è stato un bel lavoro in realtà, costruire dei personaggi comici è un'operazione delicata, perché bisogna fare in modo che non si diventi macchietta».

Un personaggio quello di Bianca assai diverso dalla sua interprete, così come la stessa Ilaria tiene a precisare: «La sua leggerezza non è un tratto comune con il mio, nel senso che io sono molto positiva, mi definirei un carattere abbastanza estroverso e solare, però non ho quella inconsapevolezza di Bianca. Questa inconsapevolezza di Bianca non mi appartiene ed è una cosa per me positiva. Io sono decisamente all’opposto di Bianca, lei non si fa molte domande, io me ne faccio troppe».

Ma aldilà dell'Ilaria attrice non abbiamo mancato di parlare della Ilaria mamma e della madre che vorrebbe essere: «La maternità è un'esperienza che ti cambia la vita in meglio. Mio figlio è stato il regalo più grande che Dio mi abbia fatto. Per quanto riguarda lui, spero e mi auguro di essere capace di farlo sentire libero di agire come crede. Spero di essere una madre meno ingombrante possibile», e quindi dell’Ilaria figlia: «Io sono stata una figlia molto legata ai miei genitori. Per me è sempre stato bello stare con loro e mi sono sempre divertita in loro compagnia. Devo dire anche che sono stata una figlia molto presente, molto aperta e di grande complicità. Sono stata una figlia che cercava anche dei confronti sin da molto piccola e che cercava il dialogo a 360 gradi».

D: Ilaria, “Se Dio vuole” ha visto il tuo ritorno al cinema. Raccontaci un po’ questa esperienza e come ti sei preparata nell’interpretare questo ruolo?
R:«C’è stato un bel lavoro in realtà. Costruire dei personaggi comici è un'operazione delicata, perché bisogna fare in modo che non si diventi macchietta. Per cui sia io che il regista abbiamo deciso una linea, ci siamo confrontati, io ho fatto le mie proposte, lui aveva già ben in mente cosa voleva dal mio personaggio, per cui insomma in base a quelle che sono state le mie proposte abbiamo ad un certo punto trovato una linea comune».

D: In “Se Dio vuole”  sei Bianca, una ragazza una ragazza priva di idee, passioni ed interessi, quasi frivola... invece com’era Ilaria Spada adolescente?  
R:«Diciamo che Bianca più che essere una ragazza frivola è una ragazza poco consapevole, un po’ superficiale, ma frivola no, anche perché poi, in effetti, conduce una vita molto routinaria e molto quadrata. Si divide tra il marito e i giornali di make up. Non ha una attitudine intellettuale ma non può dirsi frivola, anzi… E poi lei vive questa situazione famigliare di un padre che non la fa sentire amata e accettata, il che francamente è molto lontano dal rapporto che ho io con mio padre. Quindi, ecco, tra me e Bianca non ci sono punti di contatto».

D: Vi è una qualche caratteristica del personaggio di Bianca che in qualche maniera ti appartiene?
R:«Francamente devo dire di no. Perché la sua leggerezza non è un tratto comune con il mio, nel senso che io sono molto positiva, mi definirei un carattere abbastanza estroverso e solare, però non ho quella inconsapevolezza di Bianca. Questa inconsapevolezza di Bianca non mi appartiene ed è una cosa per me positiva. Io sono decisamente all’opposto di Bianca, lei non si fa molte domande, io me ne faccio troppe».

D: Ilaria, padre italiano, madre tunisina, in questo fondersi di culture come cresce e come è stata la vita Ilaria Spada?
R:« Avere due genitori con due culture diverse è una ricchezza, chiaramente ti regala una apertura innata verso altri modi di vivere. Finchè ho vissuto con i miei genitori, passavo tre mesi dell’anno in Tunisia, ed era bello venire a contatto con questo mondo completamente diverso e allo stesso tempo molto affascinante. A me personalmente la diversità stimola e mi incuriosisce. Per altri invece la diversità impaurisce. Devo dire che mi sento appartenente a quella cultura. È stato un grande dono quello di aver vissuto tra due persone che avevano culture diverse».

D: Quindi possiamo dire che quanto sta accadendo in quel territorio, “Primavera araba” compresa non ti ha lasciato completamente differente?
R:« Basti pensare che i miei genitori ora vivono in Tunisia, a Tunisi, quindi la cosa ci tocca e ci preoccupa molto. Purtroppo quando ci sono stati gli ultimi attentati, sia io che la mia famiglia abbiamo vissuto momenti di grande paura. Vedere questa terra violentata in questo modo è un gran dolore, perché la Tunisia è una terra che per anni sfruttando la sua posizione neutrale le ha permesso di crescere dal punto di vista economico. La Tunisia fondamentalmente vive di turismo e di poche altre cose. Se la gente impaurita smette di scegliere la Tunisia per le sue vacanze avrà un importante problema economico oltre che politico. Purtroppo molti tunisini subiscono questa situazione, perché chiaramente non sono loro a insorgere in questo caso. Il terrorismo non è un problema solo tunisino, è un problema mondiale, globale che ha coinvolto anche loro».

D: Ilaria, nel 2002 partecipasti al programma “Veline”. Fossi diventa una velina come sarebbe stata la tua vita?
R:«Beh, stiamo parlando di quasi tredici anni fa. Ti dirò io penso che le cose succedono sempre per una ragione. Di solito quello che voglio lo ottengo, evidentemente era una cosa a cui non ero particolarmente votata. Non era il mio karma…».

D: Inoltre hai studiato per tanti anni danza classica. Quella di diventare ballerina era per caso una delle tue velleità?
R:«Più che velleità, quando studi danza classica per quattordici anni, lo fai con una grande serietà e con una grande professionalità. Entrai in questo mondo che ero molto giovane, il mio sogno era quello di entrare in accademia, in realtà poi quando si presentò l’occasione mi sono tirata indietro perché era un tipo di vita che in qualche maniera ti imponeva una chiusura con il mondo. Bisognava andare a Milano, mentre i miei genitori erano lontano. Non ho accettato quindi per tutta una serie di ragioni, ma come dico sempre se uno una cosa non la fa, vuol dire che non era quello che voleva davvero».

D: Vi è stato un momento critico nel corso del tuo percorso artistico? Come ne sei venuta fuori?
R:« In mestieri come i nostri, e quindi tutte quelle attività quali la libera professione, sia in campo artistico che non, ecco può succedere di avere questa sensazione. Ci sono anche dei cambiamenti di noi stessi che dobbiamo accettare e avere il coraggio di fare anche degli azzardi. Lasciare quindi dei lavori certi, dei lavori comodi se abbiamo la sensazione che quella cosa non ci rispecchia più. Quindi ci vuole anche un po’ di coraggio e un po’ di coscienza nel prendere delle decisioni».

D: Ilaria, come è cambiata la tua vita dopo essere diventata mamma?
R:«La maternità è un'esperienza che ti cambia la vita in meglio. Sono molto felice e soddisfatta della mia vita attuale. Come mamma cerco di ispirarmi a mia madre, cerco di essere una mamma presente, quindi diventa impegnativo se uno vuole essere madre, compagna e lavoratrice. Però è sicuramente straordinaria. È l’esperienza che ha dato un senso alla mia vita. Mio figlio è stato il regalo più grande che Dio mi abbia fatto».

D:Come riesci a conciliare maternità e lavoro?
R:«Ci vuole sicuramente un grande spirito organizzativo che di base non ho mai avuto fino a questo momento, ma con il tempo come tutte le cose ho dovuto imparare ad averlo. Il fatto di dover sviluppare il mio senso organizzativo è stato anche quella una grande occasione, visto che prima ero davvero un disastro in tal senso. Adesso sono migliorata molto, ecco questo è un altro aspetto positivo della maternità».

D: Tu Ilaria che figlia sei stata e come vorresti fosse tuo figlio?
R:«Io sono stata una figlia molto legata ai miei genitori. Per me è sempre stato bello stare con loro e mi sono sempre divertita in loro compagnia, uscire con i loro amici, ecco a volte mi divertivo più uscire con i loro amici che con i miei. Devo dire anche che sono stata una figlia molto presente, molto aperta e di grande complicità. Sono stata una figlia che cercava anche dei confronti sin da molto piccola e che cercava il dialogo a 360 gradi. Per quanto riguarda mio figlio spero e mi auguro di essere capace di farlo sentire libero di agire come crede. Mi auguro di essere una madre meno ingombrante possibile».

D: Il sogno fin qui realizzato e quello che credi non si possa mai realizzare?
R:« Sono soddisfatta di quanto fatto fino ad ora, poi ci sono tante cose che vorrei fare e farò in modo che le cose si realizzano. Poi chiaro, non deve mai mancare l’impegno, la dedizione. Io credo che nella vita nulla sia impossibile, quindi tutto dipende da noi, da quanto desideriamo una cosa e da quanto ci impegniamo affinché questa cosa si realizzi».

D: Nel corso degli anni ti abbiamo visto indossare molte vesti: quale quella che meglio ti sta addosso?
R:«Devo dire che mi divertono un sacco di cose, ho un carattere abbastanza versatile, anche se da oramai dieci anni mi dedico alla professione di attrice, il resto è un ricordo molto divertente. Per il momento continuerei a fare questo».

D: Qual è il tuo rapporto con la religione?
R:«Sono credente, praticante abbastanza, credo che l’essere umano debba sempre coltivare la propria componente spirituale di sè, che è una componente molto importante e molto grande che va nutrita. Per quanto mi riguarda, quando non do spazio alla mia spiritualità perdo il centro. Spiritualità che non significa solo andare in chiesa, ma semplicemente la si può vivere anche standosene seduti su di un prato a sentire i rumori e i suoni della natura. Ecco per me la spiritualità è anche questo; non per forza uno deve pregare, l’importante è stare con se stessi e in contatto con la natura e con il mondo».

D: Riesci ad immaginarti tra qualche anno?
R:« Guarda, se c’è una cosa che ho capito è che questa cosa del futuro è illusoria. È illusoria perché non disponiamo al cento per cento della nostra vita, visto che parte è decisa da noi e parte è decisa dal cosmo, da Dio, poi ognuno lo chiama come vuole. Quindi da un po’ di tempo evito di proiettarmi sia nel futuro che guardarmi indietro nel passato, ho imparato a guardare solo il presente».
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