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Dopo lo spettacolo sugli spalti che richiama alle origini meneghine delle due squadre, l’Inter scende in campo più convinta. Nella prima frazione di gioco sono le novità di Mancini e Inzaghi a dare vivicità: l’allenatore nerazzurro, con un centrocampo privo degli squalificati Brozovic e Guarin, schiera il giovane Gnoukouri, mentre il Milan punta su Suso al posto di Cerci. Sono i più attivi in mezzo al campo. L’Inter è pimpante con Hernanes che scaldi i guanti di Diego Lopez e Kovacic che tira di poco sopra la traversa. Con Gnoukouri i nerazzurri giocano palloni dalle fasce e gli attaccanti sono ben supportati, poi il forcing interista si ferma perché il Milan con Suso obbliga due interventi di Handanovic. Ai rossoneri viene annullata una rete di Alex per fuorigioco.
Il derby non offre un grande spettacolo, ma certamente è meglio della gara d’andata. Nell ripresa il Milan subisce le avanzate nerazzurre. Palacio crea azioni, movimento e sostegno a tutta la squadra. Anche all’attaccante nerazzurro viene annullata una rete per fuorigioco di Icardi, poi una sua azione in cui si smarca di Lopez vede il suo tiro fermato da Mexes (il fallo di mano del difensore è involontario). Per un suo fallo su Antonelli, l’Inter si vede annullare un autogol del francese, dopo che l’arbitro l’aveva convalidato.
L’Inter può recriminare un rigore per fallo di mano di Antonelli sul tiro di Hernanes. I nerazzurri continuano a spingere e meriterebbero il vantaggio: una deviazione di Palacio va a sbattere sul petto di Diego Lopez, quest’ultimo poi è bravo sul tiro angolato di Juan Jesus; nel recupero, poi, Icardi sfiora un gran gol. Il risultato, però, non cambia. Il derby di Milano dice che Inter e Milan devono rinnovarsi in squadra e società per tornare grandi e far brillare la luce della Madonnina.
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