Matteo Renzi riformerà anche il calcio italiano?

di Nicola Zuccaro - "Sono disgustato, cambierò il calcio". All'indomani dell'ennesimo scandalo che sta travolgendo il calcio italiano (considerati gli sviluppi delle ultime ore e collegati al contenuto di alcune scottanti intercettazioni telefoniche) da ex arbitro e da tifoso doc della Fiorentina, è giunta la prevedibile reazione di Matteo Renzi.

Il premier, non solo per il suo passato e presente calcistico, non si è tirato indietro, pronunciandosi quasi severamente sull'argomento. Non si è trattata della consueta dichiarazione di circostanza poichè essa in quello che - come a breve si scriverà - rientra nel riformismo renziano. Dopo la riforma della legge elettorale, con l'entrata dell'Italicum a partire dal 1 luglio 2016, e dopo la Riforma della scuola caratterizzata dall'introduzione della figura del super preside, Renzi vuol proseguire il cammino delle riforme puntando sulla ristrutturazione del sistema calcio in Italia.

E con la richiesta già inoltrata ai partiti di convocare un tavolo dopo le elezioni regionali sul tema-problema, Renzi, non solo a parole, ma con un concreto atto politico, evidenzia che è giunto il momento di cambiare. Dopo le riforme approvate, il premier è chiamato a sfidare con il suo pensiero unico di matrice riformista (perché ai più denotato come impopolare) quel conservatorismo che pervade e che permane nei palazzi dove il calcio italiano viene gestito e governato.

Un conservatorismo che per Renzi potrà rivelarsi duro da poter combattere e sconfiggere più di quello che nelle ultime settimane ha contraddistinto le travagliate approvazioni in Parlamento di importanti provvedimenti legislativi per il futuro dell'Italia.