OPINIONE / Ritorno al passato, quello peggiore
di Francesco Greco - Di tutto, di più. Date un'occhiata alle liste che si presentano alle elezioni regionali a fine mese. Mille candidati per 50 posti posti al sole. Ma la nota caratterizzante non è il numero, ma la qualità dell'offerta.
A volte ritornano. C'è di tutto, per la serie “il nuovo che avanza”. Gente che credevamo morta recuperata dai cimiteri. Ma gli zombie, paradossalmente, sono i più innocui. Guardate bene: inquisiti, anzi, pluri-inquisiti, trasformisti, pregiudicati, condannati definitivi, truffatori, moralisti un tanto al chilo, riciclati, stalinisti candidati a destra, fascisti messi a sinistra: insomma, cani e porci, il peggio della politica e della società civile, quelli che usano le istituzioni per la franchigia penale e poter continuare a ingrassare mangiando il pane di chi lavora.
A votare alcuni di questi candidati si rischia l'arresto per favoreggiamento. Devastante anche sotto l'aspetto pedagogico. E infatti la Commissione Antimafia sta esaminando le liste. Più che nelle istituzioni, qualche candidato (“cacicchi locali” li chiama Gian Antonio Stella sul “Corriere della Sera di oggi”), se eletto, dovrebbe essere accompagnato alla più vicina casa circondariale, rinchiuso sine die e poi buttare via la chiave, come diceva Tonino nostro. Altrimenti qualcuno che lo va a cercare c'è sempre.
La fine delle ideologie ha provocato il trasformismo più becero, il camaleontismo: si può stare a destra o a sinistra, indifferentemente. Non si era mai vista, nemmeno nel post-ideolgico, una caduta etica così devastante. “La corruzione – ha tuonato Mattarella al Salone del libro di Torino – provoca la caduta della politica”.
I cv sono stati esaminati, ma la discriminante è stata verso il basso: più avvisi di garanzia, processi, condanne passate in giudicato, più chance avevi di candidarti. Non che nelle altre Regioni vada meglio.
In Campania le primarie del Pd hanno scelto De Luca, salernitano, ma i napoletani forse rivoteranno Caldoro. Lo stesso Renzi, come Alice nel paese delle meraviglie, si è schifato dicendo che non avrebbe votato per gli “impresentabili” che vede nelle liste che sostengono il Pd di De Luca. Da noi come sempre si chiagne e si fotte. Chi mai gli ha impedito di depennarli? Avrebbe preso pure più voti. Come si fa a non capire - e vale anche per Emiliano - che la questione morale è un'urgenza imprescindibile? Che così si alimenta l'astensionismo, la fuga dal voto, la morte della democrazia, l'involuzione verso la sua disarticolazione, verso l'uomo solo a comando?
Nel Veneto la candidata Pd Alessandra Moretti ha preteso dai candidati un'autodichiarazione olografa che non abbiano inchieste in corso né condanne passate in giudicato. Se ce l'avessero lo direbbero a lei? Ma dove vive la Moretti? E questo sarebbe il nuovo? Assistiamo impotenti alla morte della politica: ormai la lotta è fra chi deve gestire il funerale (anche per lucrarci visto l'alto tasso di corruzione della classe politica, dall'assessore di paese al ministro).
La questione è prima culturale e poi politica. La speranza è che i cittadini siano all'altezza, avranno gli strumenti culturali (anche con la relazione in progress della presidente della Commissione Antimafia Bindi), per capire la truffa che si delinea e, per quel che è possibile, smascherarla. Ma il pericolo di fare un passo indietro di mezzo secolo è più che reale. Dio salvi la Regina, e anche il Re...
A volte ritornano. C'è di tutto, per la serie “il nuovo che avanza”. Gente che credevamo morta recuperata dai cimiteri. Ma gli zombie, paradossalmente, sono i più innocui. Guardate bene: inquisiti, anzi, pluri-inquisiti, trasformisti, pregiudicati, condannati definitivi, truffatori, moralisti un tanto al chilo, riciclati, stalinisti candidati a destra, fascisti messi a sinistra: insomma, cani e porci, il peggio della politica e della società civile, quelli che usano le istituzioni per la franchigia penale e poter continuare a ingrassare mangiando il pane di chi lavora.
A votare alcuni di questi candidati si rischia l'arresto per favoreggiamento. Devastante anche sotto l'aspetto pedagogico. E infatti la Commissione Antimafia sta esaminando le liste. Più che nelle istituzioni, qualche candidato (“cacicchi locali” li chiama Gian Antonio Stella sul “Corriere della Sera di oggi”), se eletto, dovrebbe essere accompagnato alla più vicina casa circondariale, rinchiuso sine die e poi buttare via la chiave, come diceva Tonino nostro. Altrimenti qualcuno che lo va a cercare c'è sempre.
La fine delle ideologie ha provocato il trasformismo più becero, il camaleontismo: si può stare a destra o a sinistra, indifferentemente. Non si era mai vista, nemmeno nel post-ideolgico, una caduta etica così devastante. “La corruzione – ha tuonato Mattarella al Salone del libro di Torino – provoca la caduta della politica”.
I cv sono stati esaminati, ma la discriminante è stata verso il basso: più avvisi di garanzia, processi, condanne passate in giudicato, più chance avevi di candidarti. Non che nelle altre Regioni vada meglio.
In Campania le primarie del Pd hanno scelto De Luca, salernitano, ma i napoletani forse rivoteranno Caldoro. Lo stesso Renzi, come Alice nel paese delle meraviglie, si è schifato dicendo che non avrebbe votato per gli “impresentabili” che vede nelle liste che sostengono il Pd di De Luca. Da noi come sempre si chiagne e si fotte. Chi mai gli ha impedito di depennarli? Avrebbe preso pure più voti. Come si fa a non capire - e vale anche per Emiliano - che la questione morale è un'urgenza imprescindibile? Che così si alimenta l'astensionismo, la fuga dal voto, la morte della democrazia, l'involuzione verso la sua disarticolazione, verso l'uomo solo a comando?
Nel Veneto la candidata Pd Alessandra Moretti ha preteso dai candidati un'autodichiarazione olografa che non abbiano inchieste in corso né condanne passate in giudicato. Se ce l'avessero lo direbbero a lei? Ma dove vive la Moretti? E questo sarebbe il nuovo? Assistiamo impotenti alla morte della politica: ormai la lotta è fra chi deve gestire il funerale (anche per lucrarci visto l'alto tasso di corruzione della classe politica, dall'assessore di paese al ministro).
La questione è prima culturale e poi politica. La speranza è che i cittadini siano all'altezza, avranno gli strumenti culturali (anche con la relazione in progress della presidente della Commissione Antimafia Bindi), per capire la truffa che si delinea e, per quel che è possibile, smascherarla. Ma il pericolo di fare un passo indietro di mezzo secolo è più che reale. Dio salvi la Regina, e anche il Re...
