M5s scatenato: “Pd, Partito dei diversamente onesti”

BARI - Il rinvio a giudizio del consigliere PD Donato Pentassuglia, ha scatenato una bomba all’interno del Partito Democratico e i cinque stelle sono i primi a parlare. “Il PD in Regione Puglia è composto da consiglieri indagati, condannati e rinviati a giudizio. Emiliano non avrebbe dovuto ricandidarli”. È  quanto affermano i consiglieri pugliesi del Movimento Cinque Stelle Rosa Barone, Gianluca Bozzetti , Cristian Casili, Mari Conca, Grazia Di Bari, Viviana Guarini  e Antonella Laricchia.

Pentassuglia ex assessore alla sanità, accusato di favoreggiamento personale nei confronti di Archinà, è infatti tra gli imputati rinviati oggi a giudizio nell’ambito del processo “Ambiente Svenduto” a Taranto. Rincarano la dose i pentastellati commentando come “curiosa” la scelta del capogruppo PD di qualche giorno fa, i candidati scelti dal partito di Emiliano erano infatti Fabiano Amati già condannato per tentato abuso d’ufficio, e quello che alla fine è diventato l’attuale capogruppo, il consigliere Mazzarano, rinviato a giudizio per illecito finanziamento ai partiti e millantato credito.

“Questo è il PD del magistrato Emiliano” – sottolineano i consiglieri del M5S. Già in campagna elettorale diversi candidati nelle sue liste si erano “distinti” per presunte compravendite di voti e affini. In qualità di candidato alla presidenza, ex segretario del Partito e soprattutto in qualità di ex magistrato antimafia, avrebbe dovuto impedire la candidatura dei consiglieri indagati, condannati e rinviati a giudizio tra le sue liste.

“Adesso dovrà fare i conti con gli elettori pugliesi che gli hanno dato fiducia” - proseguono i neoeletti cinque stelle - da oggi in Regione c’è una forza politica pronta a ricordare ogni giorno agli elettori chi sono i rappresentanti dei vecchi partiti all’interno delle istituzioni”.

E sul rinvio a giudizio dell’ex governatore della Regione Puglia Nichi Vendola commentano così: “Ridere con Archinà al telefono in merito alla situazione venutasi a creare in seguito allo strappo del microfono al giornalista Abate che incalzava Riva sul problema dei tumori a Taranto, rende già l’idea di quanto l’ex presidente della regione Puglia teneva più ai rapporti con gli industriali che al benessere della popolazione, mostrando una sottomissione che grava sulla pelle dei cittadini. Adesso aspettiamo che la giustizia faccia il suo corso. Se qualcuno ha giocato con la vita dei tarantini dovrà pagare”.

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