Goran Bregovic incanta Trepuzzi con la Wedding and Funeral Orchestra


di Ilaria Stefanelli - Non smette di sorprendere per energia e versatilità, uno dei più importanti contenitori musicali del panorama estivo salentino, il festival “ Bande a sud”, giunto alla sua IV edizione, creatura voluta e pensata dalla fervida mente di un trepuzzino doc, Gioacchino Palma, direttore artistico e vera e propria anima del festival.

Aggregando le varie realtà artistiche del territorio, favorendo condivisione e coinvolgendo le varie anime della cittadina, Gioacchino Palma ha dato vista anche quest’anno e un vero e proprio miracolo artistico, imbastendo un programma di grande spessore, inglobando suoni diversi accomunati dal medesimo filo conduttore, la banda, come memoria musicale genetica del quotidiano di ciascuno di noi.

Durante la precedente edizione, Vinicio Capossela e la sua Banda della Posta avevano portato a Trepuzzi un “ fiume umano”, una folla che si è lasciata incantare al ritmo di walzer, polke e mazurke, ipnotizzata da parole antiche, quelle dell’alta Irpinia.

Quest’anno, la direzione artistica ha inteso sorprenderci alzando ulteriormente il tiro e proponendo un nome di grandissima rilevanza sul panorama musicale internazionale e mondiale, ospitando Goran Bregovic con la sua Wedding & Funeral Orchestra. È sempre un appuntamento particolarmente atteso quello con il grande musicista e compositore bosniaco: la sua musica coinvolge, appassiona, fa ballare e il pubblico salentino sembra aver risposto anche stavolta con grande entusiasmo considerato l’affluenza da record.

Artista profondamente radicato alla cultura dei Balcani, che sono la sua terra d’origine, ma al tempo stesso sempre alla ricerca di nuove sonorità e aperto alle contaminazioni musicali, Bregovic sul palco trepuzzino è stato accompagnato dalla sua tradizionale Orchestra per Matrimoni e Funerali, (affiatata band gitana composta da fiati e due voci bulgare). Nato a Sarajevo da madre serba e padre croato, Goran Bregovic sin da giovanissimo ha sempre dimostrato, anche in contesti difficili, la sua grande passione per la musica creando i suoi primi gruppi rock già all’età di sedici anni. «Il rock - dichiara in proposito il compositore - aveva all'epoca un ruolo fondamentale nella nostra vita. Era l’unica possibilità per poter esprimere pubblicamente il nostro malcontento senza rischiare di finire in galera, o quasi». Quindici anni con il suo gruppo Bijelo Dugme (letteralmente «Bottone Bianco») e tredici album venduti in 6 milioni di copie ne hanno fatto ben presto un punto di riferimento per tanti musicisti non solo del suo paese. Molte ed eterogenee le colonne sonore scritte da Bregovic per il cinema spesso per le pluripremiate opere di Emir Kusturica: da quelle del terzo film del regista jugoslavo «Il Tempo dei Gitani» a quelle dell’intenso «Arizona Dream» orso d’Agento a Berlino, da «La Regina Margot» a «Underground» entrambi Palma d’Oro al Festival di Cannes. Tante anche le sue performance memorabili in territorio italico basti ricordare il concerto del 1° maggio a Roma davanti a 500.000 persone, o la sua esibizione a Torino per le Universiadi 2007 davanti a 50.000 persone. A Trepuzzi, Bregovic ha condotto gli spettatori in una terra di sogno quella del suo personale excursus musicale, incrociando passato e presente.

È così che dal cilindro sono venuti fuori pezzi del suo ultimo album Champagne For Gypsies, ma soprattutto classici indimenticabili come Ederlezi,Mesecina o Gas, Gas fino alla tanto criticata negli ambienti musicali pseudo colti , Kalashnikov che ha chiuso la serata al grido comune di “all’attacco!”. Non è mancato un omaggio alla canzone della resistenza più bella di tutti i tempi, come dichiara lo stesso Bregović, dando il la ad una strepitosa versione di Bella Ciao cantata a squarciagola da tutto il pubblico. Una musica gioiosa e piena di vita, quella di Bregović, che affonda le proprie radici nella sua musica polifonica popolare, fondendosi con temi zigani e bandistici.

Il risultato è il risveglio sonoro di canti centenari che fanno da eco alla fusione di culture e di stili, di una terra divisa territorialmente solo dal solco dell’uomo.

C’è poi il momento della “ celebrazione” e della musica come rituale di purificazione, e di incontro sacro, la musica che diventa baionetta, o fiore offerto a una donna, tango dedicato a Cesaria Evora, preghiera e strumento di contestazione.

D’altronde come ha incitato ieri Goran Bregovic:

“If you don’t go crazy you’re not normal” ( Dovete essere pazzi, se volete essere normali ) e ci vuole una buona dose di pazzia, del tipo peggiore, per comporre armonie che inglobino tanti sentimenti con gentilezza, lo stesso tipo di follia che ha animato gli organizzatori di questo piccolo gioiello artistico che è “ Bande a sud” che tornerà a stupire domani, 11 agosto con il concerto in spiaggia di James Senese, Napoli Centrale, presso la marina di Casalabate. I Napoli Centrale, di cui il grande sassofonista James Senese,"nero a metà", è il leader e fondatore, rappresenta uno dei gruppi più importanti del panorama musicale degli anni ’70 in Italia. Il loro suono è riuscito a miscelare la melodia della tradizione popolare napoletana alle più innovative e sperimentali sonorità jazz-rock, in una fusione che è stata una vera rivoluzione.

Si, chi non è pazzo, non è normale.

Ma è di questa pazzia che tutti vorremmo ammalarci.

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