A Roma le salme dei tecnici uccisi. L’ira dei familiari

(ANSA)
Sono tornate in Italia le salme dei due tecnici italiani uccisi in Libia. Il C-130 dell'Aeronautica militare con le due bare a bordo è atterrato all'aeroporto militare di Ciampino a mezzanotte e 40 minuti. Le hanno accolte i familiari dei due tecnici della Bonatti, accompagnati in aeroporto dopo la lunga attesa da lunedì in un albergo della capitale, e il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Oggi, al policlinico Gemelli di Roma, i medici eseguiranno a loro volta gli accertamenti autoptici sul corpo di Failla e Piano dopo l'autopsia eseguita a Tripoli.

Il rimpatrio è avvenuto ad una settimana dalla morte, al termine di lunghe trattative con i libici e attraverso modalità definite "penose" dal ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni. Si accende l'ira dei familiari di Failla, che convocano una conferenza stampa per accusare lo Stato "che non ha tutelato Salvo. Lo hanno ucciso due volte".

La moglie Rosalba ha anche fatto ascoltare la voce del marito contenuta in una registrazione fatta sentire dai rapitori lo scorso 13 ottobre: "ho bisogno di aiuto. Parla con giornali e tv", le parole dell'uomo. "Ma ci hanno detto di stare zitti e non rispondere più alle telefonate ed io ora mi sento in colpa", dice Rosalba.