"Regeni, non l'hanno ucciso i servizi egiziani"

IL CAIRO - Il presidente egiziano Abdel-Fattah al Sisi ha negato che i servizi di sicurezza egiziani siano dietro all'uccisione del ricercatore friulano Giulio Regeni. E ha sostenuto invece che dietro l'omicidio del ricercatore italiano c'è "gente malvagia", senza però fornire altri dettagli. "Noi egiziani abbiamo creato un problema con l'assassinio" di Regeni, ha aggiunto in un incontro con esponenti politici, sindacati e ong in Parlamento. 

Il premier ha ribadito le sue condoglianze alla famiglia del giovane ricercatore italiano. Sisi ha poi esortato gli inquirenti italiani a tornare al Cairo: "abbiamo detto loro, venite e diciamo ancora una volta: venite, siate con noi. Noi trattiamo le questione in tutta trasparenza". "Che gli inquirenti siano con noi e partecipino a tutti gli sforzi che si fanno" il "problema per l'Egitto" rappresentato dal caso di Giulio Regeni è stato generato dalla pubblicazione da parte di media egiziani di "menzogne", ha poi aggiunto.

"Attribuiamo grande interesse a questo caso in particolare, in quanto abbiamo relazioni molto privilegiate con gli italiani", ha proseguito al Sisi. "La dirigenza italiana si è posta al fianco dell'Egitto dopo il 30 giugno", ha detto ancora con implicito riferimento alle manifestazioni di piazza che, appoggiate dai militari, nell'estate del 2013 portarono alla deposizione del presidente Mohamed Morsi, esponente dei Fratelli musulmani, e un anno dopo all'elezione dello stesso ex-generale alla presidenza egiziana.