Assegnata la 1a Edizione del “Premio Vincenzo Perchinunno” al prof. Triggiani dell’Università di Bari

BARI - Nella bellissima cornice dell’ex Convento di San Francesco a Taranto, sede del Corso di laurea in Giurisprudenza, si è svolta la 1a edizione del Premio “Vincenzo Perchinunno” per gli Studi in Diritto Processuale Penale, promosso dalla Fondazione Nuove Proposte e dal Centro Studi Giuridici “Giuseppe Chiarelli”, in collaborazionecon il Dipartimento Jonico dell’Università di Bari “Aldo Moro” e l’Ordine degli Avvocati di Taranto, per rendere omaggio all’illustre giurista pugliese scomparso il 22 aprile 2014.

Il Premio è stato assegnato a Nicola Triggiani, Professore di Diritto Processuale Penale nell’Università di Bari e avvocato, “per aver contribuito a segnare con le sue opere, in modo significativo, gli studi in tema di prove, diritto di difesa e rapporti tra giustizia penale e informazione, conseguendo risultati di rilevante qualità e assoluta originalità che gli hanno conferito una riconosciuta posizione nel panorama anche internazionale della ricerca”.

La manifestazione è stata presentata dal giornalista de “La Repubblica” Vittorio Ricapito. Dopo i saluti del Direttore del Dipartimento Jonico, prof. Bruno Notarnicola, del Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Taranto,avv. Vincenzo di Maggio, e del Presidente della Fondazione Nuove Proposte,avv. Elio Greco, il dott. Martino Rosati, Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Taranto e Presidente della sottosezione di Taranto dell’A.N.M, ha svolto la “laudatio” del premiato, ripercorrendo le tappe salienti della sua carriera, l’intensa attività didattica e le principali pubblicazioni scientifiche realizzate in oltre venticinque anni di attività.

Il dott. Rosati ha sottolineato, tra le qualità del prof.Nicola Triggiani, l’assoluto rigore metodologico, sia nei lavori di ricerca che nelle relazioni tenute negli incontri di studio; la capacità di organizzare eventi di alto profilo scientifico, riuscendo a coinvolgere con il suo entusiasmo colleghi, magistrati e avvocati, e il merito di aver costituito a Taranto una piccola “scuola” di giovani ricercatori,i quali si stanno facendo apprezzare, anche a livello nazionale, per la qualità dei loro studi; ancora, la cortesia e la grande disponibilità, derivante dallasua umiltà, nell’approccio con tutti i suoi interlocutori.

Il prof. Triggiani ha poi tracciato un suggestivo ricordo del prof. Vincenzo Perchinunno, di cui è stato allievo, sottolineando, tra l’altro, come abbia saputo magistralmente coniugare insegnamento universitario e professione forense: docente di procedura penale per oltre trent’anni nell’Ateneo barese, Perchinunno fu infatti insignito nel 2009della “Toga  d’oro”dell’Ordine degli avvocati di Bari per i cinquant’anni di attività forense, dopo essere stato Consigliere nazionale forense dal 1997 al 2000.

Nella “Lectio magistralis”su “Processo penale e processo mediatico”, il prof. Triggianiha rilevato come, nell’analisi dei rapporti tra processo penale e informazione, vadano tenuti ben distinti due fenomeni, anche se traloro complementari e caratterizzati da forte interattività.Da un lato, l’“informazione sul processo”ovvero la cronaca giudiziaria in senso stretto, espressione del diritto all’informazione tutelato dall’art. 21 della Costituzione e strumento fondamentale per garantire il controllo dell’opinione pubblica sul modo in cui viene amministrata la giustizia penale; dall’altro, il “processo celebrato sui mezzi di informazione”, il c.d. “processo mediatico”, realizzatosoprattutto nei vari‘talk show’giudiziari, nei quali opinionisti di varia formazione ed estrazione, senza avere alcuna cognizione diretta degli atti del procedimento penale di volta in volta in discussione, pronunciano “sentenze anticipate di condanna” a carico di soggetti magari appena iscritti nel registro degli indagati, o addirittura neppure formalmente iscritti in tale registro, con conseguenze devastanti per la vita di tutti coloro che sono coinvolti nella vicenda giudiziaria e possibili condizionamenti dello stesso processo penale.

Il prof. Triggiani – esperto di queste tematiche, in quanto docente nel Master in “Giornalismo”, promosso dall’Università di Bari in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti della Puglia e autore di vari saggi sull’argomento, tra i quali il volume “Giustizia penale e informazione. La pubblicazione di notizie, atti e immagini” – ha suggerito possibili soluzioni per scongiurare i pericolosi effetti distorsivi del c.d. “processo mediatico”,sottolineando comeessi derivino in gran parte dalla stessa attuale regolamentazione del segreto investigativo e dei vari divieti di pubblicazione degli atti processuali e come, al di là di eventuali modifiche normative, sia fondamentale il richiamo alla deontologia e al senso di responsabilità per tutti gli operatori della giustizia e del mondo dell’informazione.

Al termine della “Lezione”, il “Premio Perchinunno” è stato consegnato al prof. Triggiani dalPresidente della Fondazione Nuove Proposte, che,in oltre cinquant’anni di attività, attraverso il Centro Studi Giuridici “Giuseppe Chiarelli”ha promosso altre analoghe iniziative per ricordare illustri giuristi pugliesi del passato, da Renato Dell’Andro a Giovanni Cassandro.

Alla cerimonia erano presenti numerose autorità cittadine, magistrati, avvocati, docenti e moltissimi studenti del corsodi laurea in Giurisprudenza.

Molte anche le autorità che hanno fatto pervenire messaggi di auguri e congratulazioni: il Magnifico Rettore dell’Università di Bari, prof. Antonio Uricchio; il Prefetto di Taranto, dott. Umberto Guidato; la Coordinatrice del Consiglio d’interclasse di Giurisprudenza del Dipartimento Jonico, prof.ssa Daniela Caterino; il Coordinatore delle attività didattiche della sede di Taranto della LUMSA-Libera Università Maria Santissima Assunta, don Antonio Panico; il Presidente della Camera Penale di Taranto, avv. Egidio Albanese.

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