COMMENTI. Renzi riapre la 'Questione romana'

di NICOLA ZUCCARO — "Io sono cattolico ma faccio politico da laico: ho giurato sulla Costituzione e non sul Vangelo". Pur consapevole che sarebbero giunte e, puntualmente, le polemiche da quello che lui sente ancora come il "suo mondo", nelle ore immediatamente successive all'approvazione della legge sulle Unioni Civili da parte del Parlamento, Matteo Renzi è uscito allo scoperto riproponendo all'attenzione dell'opinione pubblica una questione che sembrava essere definitivamente archiviata e rappresentata dalla laicità della politica e dell'autonomia di pensiero e di scelta (non solo elettiva) sulle tematiche tanto care a alla Chiesa di Roma degli esponenti politici e dei parlamentari di fede cattolica.

E consapevole del fatto che sia le gerarchie sia una parte delle associazioni del mondo cattolico avrebbero reagito negativamente all'approvazione della legge, l'attuale premier e segretario di Partito Democratico - negli ultimi tempi segnato dall'insofferenza dei cattolici ivi militanti - ha confermato l'attualità di quel "Libera Chiesa, in Libero Stato". Di quel principio che, attraverso la proposta di un referendum abrogativo lanciata dai vari partiti del centro-destra, riaprirebbe anche per altri temi ( fra cui l' IMU per gli immobili del Vaticano presenti nel territorio italiano), la Questione romana.