Botrugno, Chiesa dell'Assunta: ”Meraviglia e stupore”


di FRANCESCO GRECO - Botrugno (Le). Si indignava il De Giorgi in “Bozzetti di viaggio” (1888): “Nelle mani dei devoti ignoranti vanno così scomparendo le ultime tracce del rito greco e delle pitture del medio evo in Terra d'Otranto”.
Buon per lo studioso che gli sono stati risparmiati i tempi amari in cui i tesori d'arte del Salento subiscono l'incuria del tempo, l'aggressività di restauri discutibili (Santa Croce, Lecce), la rimozione ex abrupto dell'uomo del pixel masochisticamente ansioso di recidere le radici col suo passato, storia, memoria. Ma questa è materia per strizzacervelli. Provocatoriamente Vittorio Sgarbi si augura che le bellezze restino nascoste, anonime, lontane dai circuiti della fruizione: solo così siamo sicuri che i posteri le scopriranno.
Nel frattempo accogliamo con gioia “Botrugno, Chiesa dell'Assunta” (La parete absidale dopo il disvelamento degli affreschi), Mario Congedo editore, Galatina (Lecce) 2016, pp. 80, euro 23, a cura di Sergio Ortese (collana “Di là da mar”, scritti di storia dell'arte diretta dallo stesso), progetto grafico di Paolo Guido, con contributi di studiosi del periodo bizantino di primissimo piano: Giuseppe Maria Costantini, Francesco Giannachi, Vito Papa, Paola Tagliente, l'australiana Linda Safran (Pontifical Institute of Mediaeval Studies di Toronto), Damiana Cianci, Ada Toni, oltre al curatore, il parroco del paese don Angelo Pede e Mons. Donato Negro, vescovo di Otranto.
Il volume, in vesti tipografiche sontuose, supportato da un corredo fotografico eccellente (ph. Michele Onorato), propone la scansione dei lavori eseguiti alla chiesa settecentesca di Santa Maria dell'Assunta in Cielo, edificata a est del centro abitato (zona di pozzelle, dove le piogge convogliano le acque della serra di Montalo) sui ruderi di una chiesa di rito greco intitolata a San Nicola di Mira, sino al 1756 dedicata a Santa Maria degli Angeli (poi l'attuale denominazione).
Qui negli ultimi anni sono stati eseguiti lavori di scavo e di consolidamento, con interventi anche sulle pitture, che hanno permesso il riemergere dell'anima antica del sacro luogo così pregno di storia e di semantica.
Una preziosa testimonianza del rito greco – attivo nei paesi fino al Novecento, e tuttora vivo a Lecce - era stata nascosta da “scialbature” con cui si era svuotata la sua storia. E chissà quante altre chiesette dove celebravano i preti ortodossi ancora ci sono da scoprire in Terra d'Otranto, nascoste da facciate ordinarie e in attesa di “aletheia” (svelamento).
E quindi non resta che inserire Botrugno nelle nostre promenade in cerca della bellezza antica della terra di Artas e di Ennio. Questa cittadina dell'entroterra idruntino, di gente operosa e gentile, con la sua luce verticale, vi accoglierà per meravigliarvi e donarvi i suoi preziosi tesori.

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