Scontro treni, il ministro Lorenzin elogia la Puglia

di NICOLA ZUCCARO — La Puglia ha espresso una straordinaria prova di generosità (per le file negli ospedali pugliesi, dovute alla donazione del sangue) e di operatività nel prestare i primi soccorsi, in occasione del disastro ferroviario di Corato e Andria. Dopo aver visitato i relativi feriti, ricoverati presso il Policlinico di Bari (trovandoli in buone condizioni), Beatrice Lorenzin ha espresso queste considerazioni durante il suo intervento al convegno "L'Università di Bari e la ricerca medica" tenutosi presso l'Aula Magna De Benedictis del nosocomio barese.

Per il Ministro della Salute quanto avvenuto lo scorso 12 luglio richiede il ripristino di una cabina di regia nazionale preposta al coordinamento di tutte quelle funzioni, sanitarie e legate alla Protezione Civile, da attivare in caso di simili eventi.

Il convegno, sulla scia della domenica del raccoglimento (che a detta del Ministro precederà la difficile fase di recupero psicologico a sostegno dei parenti delle vittime), è stato preceduto da un minuto di raccoglimento, con una menzione agli studenti universitari deceduti nella stessa tragedia e al quale è seguito un lungo applauso.

EMILIANO, "LORENZIN CI HA FATTO SENTIRE MENO SOLI" - “Vorrei ringraziare il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin perché questa mattina con la sua presenza ci ha fatto sentire ancora meno soli. Vorrei che il Ministro ringraziasse, a nome della Puglia, tutta l’Italia che si è ricordata di noi, un’Italia che, penso, sia stata anche orgogliosa di queste famiglie meravigliose, capaci qualche volta persino di dare coraggio. Questo dimostra di che pasta siamo fatti. Una pasta buona, generosa che ha dato tanti frutti”.
Così il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha salutato, nell’Aula Magna del Policlinico di Bari, il Ministro della salute Beatrice Lorenzin, giunta in mattinata al Policlinico dove ha fatto visita ai tre feriti ricoverati, sopravvissuti all'incidente ferroviario in cui sono morte martedì scorso 23 persone in Puglia. Il Ministro ha poi partecipato all’evento, organizzato sempre al Policlinico, sulla relazione tra “l’Università di Bari e la ricerca medica, il ruolo delle reti nazionali ed internazionali”

“Qui, in questa Aula – ha aggiunto Emiliano - ci sono tante persone importanti che vengono da famiglie umili che, grazie all’Università di Bari, hanno potuto dare il loro contributo, non solo alla loro vita, ma anche all’intera comunità perché l’Università di Bari ha sempre rappresentato un fattore di crescita sociale della nostra regione senza precedenti e senza eguali. Oggi la Puglia è una terra piena di dolore ma anche di una grande capacità di reazione. Questo è un popolo che agisce in silenzio, fa poche dichiarazioni e poche conferenze stampa. Abbiamo delle cose buone da offrire alla comunità – ha ricordato il Presidente – abbiamo avuto una capacità di reazione immediata alla tragedia, con tutto il personale della protezione civile, medico e paramedico, dei Vigili del Fuoco, dei Carabinieri, della Polizia di Stato, Guardia di Finanza ed Esercito, della Croce Rossa, dei volontari, personale mobilitato per ore e ore. E poi abbiamo avuto un l’Istituto di medicina legale del Policlinico di Bari che ha risolto il problema del riconoscimento delle vittime in brevissimo tempo”.

“Siamo consapevoli che viviamo in un mondo di grande complessità dove la conoscenza e la ricerca non possono essere più solo una passione bensì devono essere una necessità per la sopravvivenza dell’umanità nel terzo millennio. Abbiamo bisogno di dominare la complessità che abbiamo scatenato e abbiamo bisogno di avere tutti i mezzi a disposizione per avere la possibilità di governare le forze messe in campo”.

Emiliano poi, parlando delle scelte di politica sanitaria della Puglia, ha sottolineato, “il bisogno che abbiamo di costruire reti, da quella oncologica a quella dell’emergenze urgenza sino ad arrivare alla rete per le malattie metaboliche”.

“Credo – ha proseguito Emiliano - che il Policlinico di Bari e in generale la Puglia siano la punta avanzata della telemedicina, noi abbiamo una determinazione assoluta ad andare in questa direzione. E poi abbiamo dato vita ad un distretto biomedico, abbiamo rilanciato la ricerca, attraverso il rafforzamento dei nostri due IRCCS che dobbiamo tenerci strettissimi”.

“Colgo l’occasione anche di ringraziarla – ha continuato il Presidente rivolgendosi al Ministro Lorenzin - per il lavoro che abbiamo fatto, in questo primo anno di lavoro, con gli uffici del ministero. Non è un ringraziamento formale. Io mi sono sentito rassicurato dal rapporto con lei, con il direttore generale e con i suoi collaboratori. Abbiamo tentato di prendere molto sul serio gli indirizzi che il ministero ci ha dato, il decreto ministeriale 70 per noi non serve a risparmiare denaro ma serve a riorganizzare i servizi”.

“Stiamo entrando in una nuova dimensione - ha evidenziato Emiliano - nella quale io penso che quei difetti legati all’eccesso di autonomia in materia sanitaria da parte delle regioni, possano essere superati senza atti molto violenti nei confronti delle regioni anche perchè dobbiamo dare atto che molte di queste hanno fatto un lavoro straordinario e chissà se una gestione centralizzata avrebbe mai potuto fare quei capolavori che hanno fatto della sanità italiana una delle più avanzate del mondo".

“Ecco io penso che proprio le regioni come la nostra, che possono dare di più, saranno essenziali – ha concluso Emiliano - la Puglia può essere un terreno di sperimentazione strepitosa. Non abbiamo pesi economici, non siamo in una situazione difficilissima, solo difficile, non abbiamo peso di personale in eccesso, possiamo permetterci di reagire alla mobilità passiva creando sinergia con le altre regioni del sud. Tutto questo ovviamente dentro una realtà universitaria che è quella del Policlinico che ha una voglia di combattimento eccezionale”.

La risposta del Ministro Lorenzin non si è fatta attendere.

“Concepisco il ruolo del ministro veramente a fianco delle regioni ha detto il Ministro - per me l’obiettivo finale è far uscire le regioni dal piano di rientro, penso al Lazio e alla Campania, e affiancare le regioni come questa, per aiutarle a superare le criticità annose. Abbiamo lavorato con grande sinergia istituzionale. Quello che conta è il risultato finale, che è la salute del paziente. Per me nella sanità non ci sono colori politici, il mio ruolo è veramente tecnico. E penso che sia il risultato che mette insieme tutte le persone che sono qui dentro a prescindere dalle singole storie e che ha permesso lo sforzo straordinario fatto da tutti in questi giorni”.

Sul piano di riordino infine, la Lorenzin ha detto: “Stiamo lavorando In sinergia da parecchi mesi e questo perche il nostro obiettivo è che venga realizzata una rete di eccellenza, una rete delle emergenze, una rete dello Stem e delle strutture di riabilitazione che permetta alla Puglia di realizzare Hub e Spoke sempre più efficienti con un rafforzamento delle reti, in particolare quelle territoriali”.

CONCA (M5S) CONTRO LA LORENZIN: “PARLA COME SE NON CI FOSSERO LORO AL GOVERNO” - “Stamattina ho partecipato al festival dell'ipocrisia nell'aula Magna del Policlinico, a sentirli sembra che le responsabilità del cattivo funzionamento della sanità siano da attribuirsi a chissà chi, evidentemente gli sfugge che sono loro che governano a tutti i livelli.” questo il duro commento del consigliere M5S Mario Conca componente della III Commissione al termine dell’evento sulla relazione tra “l’Università di Bari e la ricerca medica, il ruolo delle reti nazionali ed internazionali” tenutosi questa mattina presso l’aula Magna del Policlinico di Bari, al quale ha partecipato il ministro Beatrice Lorenzin. Conca prosegue rispondendo a quanto affermato dal Ministro: “Il ministro Lorenzin dice che la ricerca non si occupa di malattie 'minori' perché non c'è un ritorno dell'investimento, come se lo Stato avesse come mission il lucro. Qualcuno dovrebbe spiegargli che la ricerca non deve necessariamente portare ad un prodotto finito ma può servire per acquisire know how per successi futuri e dare speranza ai tanti malati rari? A sentire lei, noi italiani siamo tra i primi posti nella ricerca nel mondo, peccato che sempre più spesso i nostri bravi ricercatori vanno a fare la fortuna di paesi stranieri perché in Italia non si è capaci di investire con costanza e bisogna essere spesso anche raccomandati".

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