TURISMO 2.0. “L'ufficio informazioni? Vada al cimitero!”

di FRANCESCO GRECO - ALESSANO (Le). Una storia un sacco italian style, che fotografa un Sud immobile nel tempo, che non cambia mai e che anzi si piace così com'è, novello Narciso che si specchia nello stagno della sua originalità, morbosamente, fino a crederla un atout identitario, da difendere.

A volte il reale vira nel surreale e poi nel demenziale: puro Bunuel, o Breton. Il Sud da dove i “cervelli” fuggono in massa dopo essere stati formati e dove le risorse pubbliche si perdono in mille rivoli senza che nulla resti al territorio se non la spocchia di politici-casta che in questi meccanismi trovano la loro pappa reale (allegorica e materiale).

E dunque, se fate vacanze intelligenti, anche in bassa stagione, quelle di Alberto Sordi e gentile metà (Rossana Di Lorenzo, la “buzzicona”) e capitate ad Alessano (sud Salento), vi calerete in un'avventura che potrete raccontare ai vicini tornati a casa, immortalare coi selfie, condividere su Facebook.

Se, giunti in Piazza don Tonino Bello chiedete dov'è l'ufficio informazioni, perché cercate, poniamo, il quartiere ebraico (la “Giudecca”), il “Mimac” (400 opere d'arte ospitate nella casa dove nacque il vescovo di Molfetta, Terlizzi, Ruvo di Puglia, Giovinazzo), o il mitico villaggio rupestre di Macurano (il “gioiello” di Montesardo), i basilischi che sono lì dal tempo di Alessio Comneno, confusi con l'arredo urbano, vi indicheranno un topos insospettato: il cimitero.

Ma non vi arrabbiate: non è maleducazione, né una citazione del “cult” Jhon Carpenter, maestro dell'horror: le info ai turisti le danno davvero sul piazzale del camposanto, sulla via per il mare di Novaglie (basso Adriatico, l'antico porto della Montesardo messapica). E' segnalato, facilmente raggiungibile.

Ma, ivi giunti, se non siete abbastanza basiti, vi aspetta un'altra sorpresa: l'ufficio è aperto solo venerdì, sabato e domenica, dalle 9 alle 12. E se siete turisti della domenica? O arrivate alle 5 della sera? Cavoli vostri!

Basta a far finire Alessano nel libro mastro delle stravaganze, dei copyright curiosi, fra la donna barbuta e il mostro di Loch Ness. Ma al trash, come alla sfiga, non c'è limite, e se Piero Manzoni mise in scatola il suo materiale organico e Duchamps dichiarò il suo cesso opera d'arte, anche Alessano vuol essere all'avanguardia e se il cimitero non bastava, per la serie “Fàmolo strano”, dove altro possono dirvi dove sta il Palazzo Ducale (acquistato e restaurato da un ricco birraio belga amante della musica classica, titolare di un paio di etichette), per partecipare ai suoi party esclusivi, dove si vede la nobiltà (e la miseria, parafrasando il film di Totò) della zona?

Nella chiesetta di Santa Barbara (XIII-XIV secolo, suore Benedettine, una delle rare testimonianze nel Sud, l'altra è a Matera; pare anche un sito templare), appena restaurata, anche se i lavori, per Giovanni Giangreco, già ispettore della Soprintendenza, andranno completati.

Insiste a sud-est di Montesardo (Piccolo Napoli medievale), in aperta campagna, difficilmente raggiungibile dai comuni mortali, e anche il Gps dice parolacce. Ovviamente è un ufficio info virtuale, metafisico: è sempre chiuso. E' il Sud, bellezza: abissale lo scarto fra parole e fatti, intenzioni e opere, propaganda e realtà.

L'estate passata sono arrivati i turisti, anche stranieri, ansiosi di vedere la chiesetta rimessa a nuovo, ma, sorpresa!, era closed. “Ci hanno detto di rivolgerci a don Lucio, per visitarla...”, dicono delusi e increduli: da loro non funziona così. Per la storia: don Lucio Ciardo è parroco a Tiggiano.

Triste destino per Santa Barbara: restaurata coi soldi di tutti (ma ancora bisognosa di interventi), è di fatto “privata”. Immaginiamo i turisti: cercano Tiggiano, poi il parroco, che magari dice messa o confessa le bizzòche (bigotte): ed è subito sera. Non torneranno più, e magari faranno danni col passaparola. Che bello!

Eppure, con un'evidente forzatura storica, Santa Barbara (con altre chiese periferiche del Capo di Leuca: chiesa di S. Giovanni, Patù, chiesa di santa Eufemia, Specchia, chiesa di S. Pietro, Giuliano, chiesa della Madonna della Strada, Taurisano) vogliono metterla nel percorso finale della Via Francigena. Ma, direbbe Di Pietro, che c'azzecca? Se su Google scrivete: via Francigena, scoprirete che finiva a Brindisi, da lì i pellegrini si imbarcavano per la Terra Santa, perché altri porti più a sud (tolti Gallipoli e Otranto) erano impossibili a causa della violenza delle correnti. I Romani il mare lo conoscevano bene. Come Google la pensano lo storico Lorenzo Del Boca, Francesco Rutelli, presidente di “Priorità Cultura” e tantissimi altri.

Ma al peggio non c'è limite e per la serie “Ignoranza crassa e suina”, con una delibera, la Regione Puglia, motu proprio, l'ha prolungata sino a Leuca (per intercettare i fondi europei?), per ora, domani, chissà, potrebbe proseguire a Corfù o Igoumenitsa, dove i peccatori sostavano magari per la souvlakia e un goccio di rachi (grappa), giusto per dimenticare le loro colpe.

Pare però – lo attribuiscono a una docente universitaria - che un pellegrino pasticcione si smarrì e finì a Leuca, dove si fece un kebab e una birra da Lupo di Mare (il suo “lido”è dentro le mitiche bagnalòre ma nessuno vede, sente, parla). Fa pendant all'ormai mitica delibera, partorita tre anni ancora dal brain-group regionale, che dichiarava il 9 agosto “giornata del ricordo e del sacrificio del lavoro italiano nel mondo”. Ovunque si celebra l'8 (Marcinelle), ma qui siamo creativi e diamo a tutto un tocco di originalità.

Prossima delibera? L'uomo scese sulla Luna nel 1789, dopo l'assalto alla Bastiglia... Conclusione: i turisti non li amano, anzi, li scoraggiano con ogni mezzo, coprendosi di ridicolo. A meno che Alessano non sia in anticipo sui tempi, e quelle appena descritte sono le nuove frontiere del turismo 2.0, in chiave fantozziana.

E perciò, se il forestiero vuol bere un caffè, eviti lo storico Bar Italia (“Dionigi”) dov'è buono e citofoni dal notaio accanto. E il giornale dove lo troverà? Elementare, Watson: alla pescheria della Puscèvala, fra zeri e cernie. E l'aspirina? Ovvio, da Mario, il coiffeur di via Comneno. O magari da “Gusto divino”.

Idea per una location di un terzo ufficio informazioni: su Saturno no, gli girano gli anelli. Magari su Marte. Prima di schiantarsi, Schiaparelli ha detto che c'è stata vita...

1 Commenti

  1. Infatti non si capisce perché le vie francigene possano arrivare a S. Maria di Leuca per decreto!

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