2 dicembre 1943, il bombardamento dimenticato su Bari

di NICOLA ZUCCARO - Bari 2 dicembre 1943. Sono da poco passate le 19.30 quando improvvisamente si scatena l'inferno sul porto con la distruzione di una parte della flotta anglo-americana e le cui navi fungevano da importanti mezzi per il trasporto di materiale bellico.

A quattro mesi di distanza dalla sua liberazione, il capoluogo dovette fare nuovamente i conti con il dramma della guerra e misurandosi, questa volta, con la ferocia di un bombardamento che che non sconvolse solo la tranquillità dello scalo portuale ma anche dell'intera città ed in particolare del Rione Libertà.

Presso quest'utimo, in via Crisanzio, un palazzo fu sventrato da uno dei tanti potenti ordigni sganciati dagli aerei della Luftwaffe, provocando la morte di Paola De Giosa, nata Citarella, e dei suoi sette figli, trovati all'indomani del violento evento bellico privi di vita nei sotterranei dello stesso stabile.

A 73 anni di distanza da quel tragico evento che annoverò Bari fra le città più bombardate d'Europa, attraverso l'iniziativa recentemente avviata dalla Civica Amministrazione e intitolata "Bari 1942-1945, i Luoghi della memoria", è stata rivelata questa pagina di quel drammatico giovedì per la presenza all'interno del Cimitero monumentale di Bari della tomba dove riposano a tutt'oggi le spoglie mortali del nucleo familiare perito e poi unite a quelle del capofamiglia, deceduto successivamente.

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